Volete salvarvi l’anima? Non pulitevi troppo. Se puzzate è ancora meglio

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A voi che, in queste feste natalizie, avete ricevuto in regalo profumi, dopobarba (gli uomini), trucchi (le donne), prodotti vari per il corpo (uomini e donne), e cosmetici vari, un consiglio: buttate tutto! Se volete salvare la vostra anima…

Il consiglio ovviamente non è mio – la mia scienza personale non è ancora giunta a livelli così alti – ma viene da uno dei più importanti scrittori tedeschi del XVII secolo: il gesuita Jeremias Drexel. Nato nel 1581 da genitori luterani a soli 17 anni si covertì al cattolicesimo entrando a far parte della Compagnia di Gesù, diventando nel 1615 predicatore ufficiale alla corte del Principe Massimiliano I, duca di Baviera.

Autore molto prolifico, compose fra l’altro il Trismegistus Christianus, scritto in latino e tradotto in diverse lingue, fra cui volgare italiano. L’opera in questione è divisa in tre libri: il culto dell’anima (Libro I), il culto dei Santi (Libro II), il culto del corpo (Libro III).

Personalmente ritengo che il gesuita in quest’opera abbia dato il meglio di sé proprio nell’ultimo libro, dedicato alla (non) cura del corpo. Il predicatore ha una concezione piuttosto “antica” del corpo umano e soprattutto di tutte quelle pratiche che hanno come scopo quello di curare, abbellire, lisciare l’aspetto esteriore.

Perché abbellire la nostra miseria? – si chiede Drexel – nel corpo è infatti sepolto l’animo. Il corpo non è altro che il sepolcro dell’uomo. Esso è molto somigliante a un sepolcro in quanto, come questo, esala fetore da ogni parte. È “un albergo di vermi, una tana di serpenti, un ospizio di rospi“.

A che scopo allora addobbare, accarezzare, pulire e profumare un “sepolcro ambulante”? Sapendo peraltro che la nostra ricompensa sarà soltanto orrore e delusione.

A tal proposito, il teologo racconta la storia di quella donna egiziana che allevava in casa un coccodrillo, che trattava con tutti i riguardi. Ella aveva anche un figlio, che conviveva dunque con l’animale. Ma un giorno il rettile aggredì il fanciullo, sbranandolo. Così è anche il nostro corpo: chi cura il corpo alleva un nemico. Il corpo ci lusinga con la bellezza esteriore, con i piaceri della carne; eppure un giorno sarà ricoperto dai vermi.

Carissimi amici, siete dunque avvertiti: smettete di guardarvi allo specchio, di sistemarvi i capelli e di usare “gli odori pellegrini, il muschio, i saponetti, tante squisite eleganze, tante diverse delizie di vestire: queste cose tutte dico, non odorano di amor di castità, e di pudicizia. Chiunque ama la castità queste cose fugge, e tutto schiva. L’ottimo odore del corpo è esser senza odore“.

O come disse una volta Isaia: “E sarà invece di odor soave la puzza“.

A tutti, un profumato 2019!

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2 risposte

  1. angela rotundo

    molto interessante anche se il profumo è stato usato perfino per lavare i piedi di Gesù che ha gradito .io penso che a quell’epoca non c’era l’usanza di lavarsi perchè nelle case non esisteva l’acqua quindi andare alle fontane pubbliche a prenderla e lavarsi era considerato un grande spreco. Grazie

  2. Erio

    Veramente non è proprio una questione di disponibilità! Quando ero militare in marina un ufficiale mi disse che se nel sommergibile dove faceva servizio fosse rimasto un solo litro d’acqua ne avrebbe usato metà per bere e l’altra metà per farsi la barba!

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