Tutti abbiamo presente l’iconografia del giovane, alto, bello e dai muscoli ben definiti, mentre è colpito dalle frecce dei suoi aguzzini, legato a un albero o a una colonna. Ma volendo essere precisi – per quanto sia possibile naturalmente, quando ci riferiamo a fonti perlopiù agiografiche – quando Sebastiano fu martirizzato, nel 304 d.C., aveva già superato i quarant’anni.
Consideriamo che un quarantenne dell’epoca, ammesso che avesse avuto la fortuna di vivere tanto, aveva un aspetto tutt’altro che giovanile. Ora, è vero che i centri estetici fanno miracoli, ma l’usanza di andare ogni settimana dall’estetista per maschere e depilazione è tutta nostra, mentre a quel tempo un giovane di vent’anni dimostrava il doppio dei suoi anni, se non di più.
La verità sta nel fatto che all’inizio San Sebastiano viene raffigurato come l’uomo maturo, quale egli era, e con la barba. Il miracolo estetico è stato realizzato dagli artisti rinascimentali che, basandosi su una antica leggenda secondo cui il santo sarebbe apparso in sogno al vescovo di Laon con le fattezze di un efebico ragazzo, lo hanno rappresentato come lo conosciamo tutti.
Sotto l’aspetto iconografico, dunque, non è facile trovare un’immagine di San Sebastiano maturo e con la barba, come quella che potete osservare in questo quadretto-reliquiario. Realizzato nella seconda metà dell’Ottocento, si compone di una incisione all’acquaforte secentesca, arricchita di motivi floreali cromolitografici su carta goffrata.
Nella parte superiore, legata a un filo (serico?) fissato dal sigillo, purtroppo illeggibile, troviamo la reliquia (ma non chiedetemi la classe di appartenenza) messa in ulteriore evidenza da un fiocco di seta. L’incisione è stata evidentemente ritagliata, forse da una pagina di libro, e poi colorata a mano. Il tutto è appoggiato su un broccato e sistemato nella piccola cornice, le cui dimensioni sono di cm 9,7 x 13,5.
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