Il pezzo che voglio presentarvi è di estremo interesse, che va oltre la semplice passione per la filiconia e fa parlare di Arte devozionale (l’uso della maiuscola è intenzionale).
Si tratta di una immaginetta che noi filiconici classifichiamo come “vestita“, “immaginetta vestita” o a “figura vestita”. Nella pratica, siamo di fronte a un collage, composto da pezzi di carta ritagliati e acquarellati a mano (viso e mani), con dorature (aureola), e stoffe varie (abito).
L’abito è ovviamente l’elemento che risalta maggiormente, e non potrebbe essere altrimenti. È realizzato con pezzi di stoffa di varia natura, dalla seta ai broccati, sapientemente combinati. Il tutto è adagiato su un foglio di carta vergellata.
L’immaginetta devozionale, databile intorno alla prima metà del XVIII secolo, raffigura San Giuseppe con il Bambino, misura cm 12 x 19 ed è di provenienza tedesca.
L’usura dovuta al trascorrere del tempo, ha minato in parte l’integrità del pezzo, che ciononostante si lascia ancora ammirare. Purtroppo, il problema maggiore di questa tipologia consiste proprio nella delicatezza della composizione, più che nei materiali: ricordiamoci che siamo dinanzi a un pezzo che ha oltre tre secoli di storia.
Inutile aggiungere che si tratta di una tipologia molto rara, in particolare se riferita a pezzi – come quello in foto – realizzati a mano. Come sanno i collezionisti più attenti, la tipologia delle figure vestite comprende diverse sottocategorie, fra cui i Bambinelli in culla, le traforate e le cromo goffrate ottocentesche.
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gianfranca benassi
Bellissimo pezzo! Sono una neofita della filiconia, ma vorrei che mi fosse concessa una osservazione su questo manufatto.
La sua bellezza, a mio avviso, Biagio, va molto aldilà della sua età e alle stoffe pregiate.
Appena l’ho visto ho pensato ad un pezzo lavorato da due mani diverse, due persone che non avevano la stessa competenza, la stessa maestria.
Si nota benissimo un’enorme difformità di precisione e rifinitura tra la parte anteriore sinistra e il resto dell’opera.
Poi, ad un’ulteriore e più approfondita analisi, la risposta al perché di questa ‘stonatura’ mi è giunta immediatamente:
ci troviamo di fronte ad ‘un’incompiuta’!
Hai tra le mani una specie di piccola Stele di Rosetta che ti svela il procedimento di lavorazione seguito. Hai la bozza e la parte finita. Notate in alto a destra il pezzo di stoffa che sfugge al ‘recinto delimitativo’… Ai colori che si ripetono nella parte finita e nell’abito, quelle listarelle che non sono messe a casaccio ma come cammino da seguire per ricamare.
Questi manufatti ci richiamano sempre alla mente ambienti male illuminati e anime intente ad un lavoro meticoloso dettato da profonda devozione nel silenzio dei conventi. Anime liete che esprimevano il loro amore
a Dio consumandosi le mani e gli occhi nella realizzazione di questi ed altri piccoli e grandi capolavori.
Mi domando ora: cosa sarà mai successo nel convento in cui la nostra ‘sorella’ stava con tanto amore creando questo suo dono al mondo da determinare quest’incompiuta?
Gianfranca