Raccontano i libri di scuola che con il Trattato di Parigi (1947) , i cittadini italiani residenti nei territori dell’Istria – italiana dal 1920 – persero automaticamente la cittadinanza italiana, con la facoltà per gli stessi di mantenerla, lasciando le proprie case e trasferendosi in Italia.
Molti optarono per questa scelta ed emigrarono in altre città d’Italia. Quelli che decisero di restare, divennero cittadini del nuovo stato federale, la Jugoslavia, con a capo Josip Broz, meglio conosciuto come il maresciallo Tito.
Nel 1940 la città di Pola, storico capoluogo dell’Istria e oggi una delle più importanti della Croazia, era ancora italiana.
In un quartiere della stessa, più precisamente in via Michele Facchinetti, per iniziativa di un gruppo di devoti, era stata eretta una chiesetta in onore di San Giuseppe. L’obiettivo era quello di realizzare qualcosa di più grande, “un magnifico tempio” che esaltasse la gloria del Santo, padre terreno di Gesù Cristo.
Il santino che vedete qui riportato testimonia quella devozione. Stampato in fototipia, nello stesso anno, dallo stabilimento Pezzini di Milano, sul recto riproduce la “STATUA ARTISTICA DI SAN GIUSEPPE – che si venera nella chiesina di Via Facchinetti in POLA“, mentre sul verso, accanto alla preghiera riproduce una foto in miniatura della cappella in questione.
Il testo della preghiera potete leggerlo per intero cliccando sulla foto. Voglio però evidenziarne una parte, laddove si dice che
«…noi qui protesi dinanzi alla
tua bella immagine e nella trepida attesa
di vedere presto eretto in tuo onore un
magnifico tempio, ti supplichiamo di
effondere ai benefattori della tua chiesetta…»
Com’è noto, qualche anno dopo, la Grande Guerra complicò le cose determinando le tristi vicende di cui accennavo sopra.
Ebbene, avrei scommesso che di quella chiesetta fosse rimasto poco o nulla, considerato il “difficile” rapporto che i cattolici istriani ebbero con il regime di Tito, basti pensare ai tanti preti processati come collaborazionisti. E invece, con mia enorme sorpresa, qualcuno è riuscito a realizzare il sogno di quei devoti.
Oggi la via si chiama Dinka Vitezica e al civico 32 si trova la chiesa intitolata a San Giuseppe ( potete vedere una foto di essa tratta da google maps). Mi piacerebbe saperne di più. Chissà che qualche lettore non ci sappia dare notizia.
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angela
Con la preghiera e la perseveranza si riesce a fare anche l’impossibile la Chiesa è molto bella, l’articolo altrettanto