Può capitare – agli amici collezionisti capita spesso – di trovarsi fra le mani immaginette con soggetto e figura perfettamente identici, ma pubblicate da editori differenti. Oggi si urlerebbe a uno scandaloso plagio, in passato non era così. Per questo motivo è più facile trovare queste “similitudini” fra immagini antiche: pensiamo, fra tutte, alle copiatissime incisioni dei Fratelli Klauber.
Quelle che potete osservare sono due immaginette praticamente identiche, pubblicate e stampate da due importanti case editrici, attive nella seconda metà dell’Ottocento: la Tipografia e Litografia dei Fratelli Bertola di Piacenza e la Tipolitografia Sordomuti di Verona.
Identico il soggetto, identica la didascalia, entrambe hanno la struttura a pagellina, identici i testi, identiche le misure: cm 7,2 x 11,6. Unica differenza, due righi introduttivi in aggiunta nell’edizione della Tipolitografia veronese. Diversi anche il tipo di carattere tipografico e i motivi decorativi, ma la figura, su stampa fotografica ovale applicata, è perfettamente identica.
Inutile arrovellarci la mente con domande tipo “chi ha copiato chi?“, perché non lo scopriremo mai, ma come ho già accennato, in passato anche lo stesso plagio delle immagini era molto tollerato, salvo casi clamorosi (pensiamo fra tutti ai Remondini di Bassano).
La Tipolitografia Sordomuti Editrice è attiva a Verona fra gli anni 80-90 del XIX secolo, mentre la Litografia Bertola, vantava un’attività più lunga di almeno vent’anni sulla concorrente. Ciò non significa necessariamente che il copyright originario fosse di quest’ultima. Peraltro, in Italia, se si fa eccezione per alcuni tentativi fatti da alcuni stati preunitari, per una normativa seria del diritto d’autore bisognerà attendere il 1925.
Quello che possiamo sicuramente notare è una maggiore cura nella realizzazione della stampa da parte della Litografia Bertola, dovuta proprio al livello di esperienza e competenza dello stabilimento piacentino, fondato nel 1857.
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