Il più celebre è senza dubbio San Francesco di Paola che, in virtù di quel miracolo, è stato eletto protettore dei naviganti. Le agiografie raccontano che il 4 aprile 1464, il Santo si trovava a Catona, un paese oggi in provincia di Reggio Calabria, insieme con altri confratelli. Doveva attraversare lo Stretto per raggiungere Milazzo, dov’era atteso per la costruzione di un nuovo convento. Chiese a un tale di nome Coloso, che era in procinto di salpare con la sua chiatta piena di legname, se potessero salire sulla sua imbarcazione, ma quello rispose che il viaggio era a pagamento, e Francesco e i suoi non avevano un soldo. A quel punto, San Francesco si avvicinò al mare, pregò e benedisse; quindi stese il suo mantello e vi fece salire anche gli altri, usando il suo bastone come albero per una vela improvvisata. Coloso, pentito, implorò il perdono del Frate.
Nonostante, l’iconografia rappresenta il miracolo con San Francesco e un altro confratello, secondo alcune fonti agiografiche, i passeggeri a bordo, compreso il Santo, erano ben 13.
Il mantello usato per attraversare le acque è protagonista del miracolo operato da un altro santo: Raimondo di Pennafort. Si racconta che il Frate domenicano, si fosse lasciato convincere da Re Giacomo I ad accompagnarlo a Maiorca per convertire numerosi giudei. In realtà lo scopo de re era ben altro. Sentitosi ingannato, dopo aver redarguito con forza il sovrano, decise di tornarsene a Barcellona, non volendo minimamente apparire complice dei disegni di Giacomo I. Quest’ultimo, tuttavia, avendo immaginato la reazione del Santo, proibì a tutte le navi di prendere a bordo il frate. Fu così che Raimondo, stese il suo mantello sul mare e l’attraversò.
Il racconto agiografico non si limita a narrare l’episodio, ma scende nei dettagli, informandoci persino della velocità tenuta durante la navigazione: il Santo percorse ben 160 miglia (circa 300 Km) in sole sei ore.
San Gerardo dei Tintori, a differenza dei suoi “colleghi” usò il suo mantello per attraversare il fiume Lambro, impresa non meno difficile. Secondo la leggenda, il Santo si trovava nel duomo di Monza a pregare, quando il fiume Lambro si ingrossò in maniera terrificante, esondò (come diremmo oggi), facendo franare il ponte che collegava la città all’ospedale. Questo si trovava proprio sulla sponda del fiume e rischiava di essere inondato, con pericolo per gli ammalati. Gerardo allora stese il suo mantello sul fiume e lo attraversò fino a toccare la sponda dove si trovava l’ospedale.
Colpo di scena. Una volta raggiunti i malati il Santo ordinò alle acque di fermarsi sulla soglia delle porte. Sembra, infatti, che l’altezza dell’acqua avesse superato le soglie di entrata di ben 20 cm.
A cercare bene, “il miracolo del mantello” è comune a diversi altri santi, come per esempio quello compiuto, anche nel caso specifico sul fiume – o dovremmo dire meglio, sui fiumi, visto che più di una volta fu utilizzato il mezzo – da San Giovanni da Capestrano.
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demetrio guzzardi
Molto interessante… la notizia dei 13 compagni sul mantello di San Francesco di Paola. Mi piacerebbe conoscere però la fonte… Chi ha studiato l’episodio dà però solo un compagno a San Francesco che attraversa lo Stretto. E doveva essere un certo Maiorano. Lo Stretto poi è stato passato… sempre in modo miracoloso anche da un frate cappuccino calabrese… in odore di santità… Si tratta di padre Gesualdo Malacrinò…
http://www.madonnadellaconsolazione.com/itinerario_p.asp?id_a=113
angela rotundo
L’articolo molto bello,anche io come Demetrio sapevo di un solo compagno per S.Francesco , degli altri santi non conoscevo questo episodio