Una cosa che mi ha da sempre incuriosito è quella di conoscere le cosiddette “protezioni” dei santi, vale a dire i vari gruppi o categorie che hanno deciso di invocare come proprio protettore un determinato santo.
Voglio precisare che non mi riferisco né ai santi patroni, ovvero quelli scelti a protezione di una città o una nazione, né ai cosiddetti santi ausiliatori o guaritori, cioè quelli che si invocano contro le malattie più varie.
Per fare un esempio: che San Biagio sia invocato contro il male di gola non solo è cosa nota a tutti, credenti e non, ma anche perfettamente comprensibile, perlomeno a chi conosce a grandi linee il miracolo più celebre del santo, quello della lisca di pesce rimasta nella gola a un bambino.
E a proposito, sapete come fece? Fece mangiare un pezzo di pane al bambino che stava soffocando; appena ingoiato, il boccone trasportò nello stomaco anche la spina e il bambino tornò a respirare perfettamente.
Facile no? Facilissimo, e il metodo, fra l’altro, è lo stesso praticato dai nostri nonni. Ma dovesse accadere anche a noi, meglio chiamare il medico.
Ma dicevamo delle “protezioni”. Gli alabardieri (ma anche, gli arcieri, i soldati, gli armaioli e i cavalieri) – per dirne una – si affidano a quella di San Giorgio; il che è comprensibilissimo, senza bisogno di spiegazione alcuna.
I bancari (con i ragionieri, finanzieri, doganieri e contabili), invocano San Matteo. Chi meglio di lui, visto il lavoro che faceva quando Gesù lo chiamò per seguirlo!
Si potrebbe continuare a lungo con tantissimi altri esempi, ma ce n’è una di “protezione” che mi ha davvero incuriosito ed è quella di San Vito Martire per i ballerini.
Cosa c’entrano i ballerini con San Vito?
La spiegazione va cercata nel medioevo, periodo in cui il santo fu inserito nel gruppo degli ausiliatori. Egli infatti era invocato contro una malattia molto particolare, la Còrea di Sydenham, una forma molto grave di encefalite, che presenta, fra gli altri sintomi, quello di scoordinare i movimenti: i soggetti che ne soffrono, si muovono praticamente in modo rapido e a scatti.
La malattia è conosciuta anche come “ballo di San Vito“: “ballo”, perché lo sventurato che ne soffre, sembra che balli appunto. L’attribuzione a San Vito, in quanto santo invocato per la guarigione della stessa.
Dal ballo di San Vito come malattia, si è passati al ballo, inteso come danza in generale e il santo è stato scelto come protettore dei ballerini.
Un vero volo… pardon… ballo pindarico!
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Angela Rotundo
Molto bello grazie