San Giacomo, detto l’ammazza-mori

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Coll. priv. G. Lo Cicero

Anno del Signore 813. O forse prima… o dopo. Un tale di nome Teodomiro, Vescovo di Iria Flavia, piccolo centro fondato dai romani, poi chiamata Padròn, in un luogo non molto lontano, scopre la tomba di uno dei personaggi più importanti della storia del Cristianesimo.

Il Vescovo non era andato lì per caso. Un eremita di nome Pelagio gli aveva riferito che da qualche notte gli capitava di vedere delle stelle che andavano a cadere in una determinata zona. Teodomiro ordinò di scavare in un punto preciso, dal quale emerse un sarcofago, con all’interno tre corpi. Uno di essi era il corpo di San Giacomo Apostolo, detto il Maggiore.

Figlio di Zebedeo e Maria Salomè, nonché fratello di Giovanni l’Evangelista, Giacomo il Maggiore (da non confondere con l’altro Giacomo, detto il Minore) nacque a Betsàida e fu scelto da Gesù fra i suoi dodici Apostoli. Secondo l’Evangelista Marco, lui e il fratello Giovanni furono chiamati da Gesù Boanerghes, ovvero “figli del tuono”, probabilmente a causa del loro forte temperamento. Secondo la tradizione e in base a quanto riportato negli Atti degli Apostoli, Giacomo sarà il primo apostolo martire, morto a Gerusalemme per volere del re Erode Agrippa I, per decapitazione.

Cosa ci faceva il corpo dell’Apostolo Giacomo in Spagna? E chi lo seppellì in quella tomba, rinvenuta in una zona, poi nominata “campo delle stelle” (da cui il nome Compostela)?

Jacopo da Varagine nella Legenda Aurea racconta che dopo la sua morte, i suoi discepoli ne raccolsero il corpo e riuscirono a portarlo proprio in Galizia. Inoltre, secondo il Breviarium Apostolorum quando gli Apostoli si divisero per andare per il mondo a predicare il Vangelo, Giacomo si indirizzò in Spagna. Ma le sue predicazioni non ebbero l’effetto sperato. Mentre ritornava a Gerusalemme, gli apparve la Madonna, su un pilastro (Santa Maria del Pilar) che gli chiese di riprendere la sua missione e di edificare l’attuale Basilica della Madonna del Pilar di Saragozza.

Quindi, secondo questa fonte Giacomo era già stato in Spagna.

Secondo un’altra versione, ancora più leggendaria, fu un misterioso cavaliere a trasportare le sante reliquie da Gerusalemme, attraversando il mare in sella al suo cavallo che, durante la traversata fu ricoperto di conchiglie.

Ma naturalmente, e come tutte le leggende, questi racconti non convincono gli storici. Un fatto però è certo: che in quella tomba ci fosse o meno il corpo dell’Apostolo di Gesù, non cambia la realtà storica dei pellegrinaggi. Santiago di Compostela sin dal Medioevo fu infatti meta di grandi pellegrinaggi, a tal punto da divenire uno dei tre (gli altri erano Roma e Gerusalemme) principali itinerari dei pellegrini di tutto il mondo cristiano. Inoltre, è noto che la conchiglia è uno degli attributi principali del Santo. Ma ciò deriva probabilmente dalla tradizione secolare secondo la quale i pellegrini, durante il loro cammino, passando proprio per Padròn o per altri paesini costieri, sulla spiaggia raccogliessero una conchiglia per ricordo e a dimostrazione che avevano partecipato al pellegrinaggio.

Ma c’è un’altra immagine molto diffusa di San Giacomo Maggiore ed è quella che lo vede su un bel cavallo bianco, con in mano una lunga spada. L’immagine in questione è nota come Santiago Matamoros, vale a dire San Giacomo Ammazza-mori.

I Mori erano i Musulmani, che avevano invaso l’intera penisola iberica nel 711. Le lotte per la cacciata dei Mori furono tante e durarono per lunghissimo tempo. La reconquista definitiva fu ottenuta dai sovrani cristiani soltanto nel 1492, allorché i re cattolici Ferdinando e Isabella riuscirono a cacciare dalla Spagna il governante moro Boabdil. Durante tutto il Medioevo la lotta contro i musulmani assunse i connotati di una vera e propria guerra di religione: cristiani contro musulmani. I pontefici che si susseguirono sul trono di Pietro nel corso dei secoli chiesero l’intervento degli ordini cavallereschi, fra cui quello dei Templari e quello definito non a caso Ordine di Santiago. Va detto infatti che i cristiani scelsero da subito come loro santo protettore San Giacomo, con appunto il titolo di Santiago Matamoros.

Coll. priv. G. Lo Cicero

Secondo la tradizione, tutto ebbe inizio con la celebre battaglia di Clavijo: i cristiani erano in evidente difficoltà, i soldati musulmani stavano per sconfiggerli. Quando tutto sembrava ormai perduto, i cristiani si affidarono a San Giacomo, invocandone il suo aiuto.

E l’intervento del Santo non si fece attendere per molto: in sella ad un cavallo bianco Santiago Matamoros, come veniva appunto chiamato allora, fece la sua apparizione riuscendo a capovolgere le sorti della battaglia. I soldati cristiani gridarono al miracolo.

Coll. priv. G. Lo Cicero

Circa quattro secoli più tardi, nel 1175, con bolla papale del Pontefice Alessandro III, su iniziativa del re Alfonso VIII di Castiglia, fu fondato l’Ordine dei Cavalieri di Santiago (detto anche Ordine di San Giacomo di Compostela). Nonostante la Bolla papale prevedesse per i frati-cavalieri il celibato, tuttavia lo Statuto dell’Ordine non obbligava alla regola della castità, per cui i membri potevano anche contrarre matrimonio. Nel corso dei secoli, l’Ordine divenne molto importante e accumulò diversi beni e privilegi, aprendo le porte a vizi di potere e corruzione. Morto il Gran Maestro Alonso de Cardenas, nel 1493, i re cattolici chiesero e ottennero da Papa Alessandro VI l’amministrazione diretta dell’Ordine che, successivamente, passò all’imperatore Carlo V. Tuttora, l’Ordine è soggetto alla Corona di Spagna, conta una trentina di cavalieri, tutti di estrazione nobiliare, come prevede lo Statuto.

A circa 80 Km o più da Compostela si trova Fisterra, piccolo centro della punta estrema occidentale della Spagna. Il nome deriva dal latino finis terrae, ovvero la “fine della terra”, dove finisce, rectius finiva, il mondo conosciuto. Secondo un’antica tradizione, in questo punto i pellegrini andavano per purificarsi nell’Oceano. Prima di tornare, ovviamente, erano soliti raccogliere una delle tantissime conchiglie che si trovavano sulla spiaggia, come prova del loro pellegrinaggio.

Le stupende immagini sono della collezione privata dell’amico Gianluca Lo Cicero.

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3 risposte

  1. Giacomo Fascetto

    Credo che nell’ultimo santino il santo raffigurato non ė S. Giacomo Maggiore Apostolo ma S. Giuda Taddeo Apostolo. Posso affermare ciò in quanto sulla testa del santo rappresentato si nota una fiammella, che non appartiene all’iconografia di S. Giacomo ma di S. Giuda Taddeo. San Giacomo in genere ė rappresentato con i simboli del pellegrino quali il bastone con borraccia, il cappello e le conchiglie. Neanche la scritta ci riporta direttamente a San Giacomo in quanto può essere riferita a tutti i santi martiri.

  2. Gianluca

    Giacomo, ho il santino della stessa serie raffigurante S.Giuda Taddeo ed è diverso. La fiammella, iconograficamente appartiene a tutti gli Apostoli in quanto partecipanti al cenacolo in cui lo Spirito Santo si posò su di essi. Nelle varie iconografie raffiguranti S.Giacomo egli viene rappresentato con un bastone in mano, e questo è il caso.

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