La tipologia di cui sto per scrivere è probabilmente fra le più diffuse in ambito filiconico. Tuttavia, il reperimento di pezzi molto antichi è molto difficile.
C’è di più. Non si trova molta letteratura sull’argomento – almeno da quello che risulta al sottoscritto – a meno che non consultiate quella che possiamo considerare la bibbia del collezionista di immaginette religiose, ovvero il volume Das Kleine Andachtsbild vom XIV bis zum XX. Jahrhundert, pubblicato nel 1930 dal professore Adolf Spamer (1883-1953).
Spamer tuttavia mostra soltanto alcuni esempi, e purtroppo non dà informazioni, limitandosi alla sola definizione di “Abschiedsgruß einer Nonne“, che possiamo tradurre come “Saluto d’addio a una suora“.
Cerchiamo di capire di cosa si tratta nello specifico.
In epoche lontane, più precisamente fra i secoli XVI e XIX, era usanza per le famiglie nobili, destinare le figlie femmine al convento. Il motivo è molto semplice: affrontare il matrimonio di una figlia era molto più dispendioso che farle abbracciare la vita monastica.
Va detto che le giovani novizie non se la passassero poi tanto male, potendo contare su una serie di privilegi, come avere una cameriera e un confessore personali, oltre che godere di un buon vitalizio proveniente dalla famiglia. Spesso queste nobili ragazze consacrate a Dio erano destinate a diventare badesse del monastero.
Ma esaminiamo le nostre immaginette. La prima, è una miniatura su pergamena risalente al XVII secolo di produzione fiamminga. Raffigura una suora che rema su una barca a vela molto particolare: la vela è una sorta di drappo appeso a un albero a forma di croce. Sulla barca osserviamo Gesù nell’atto di porgerle una corona di rose.
Nella parte inferiore dell’immaginetta troviamo una lunga didascalia scritta in antico fiammingo. Ora, pur amando il sottoscritto le lingue “morte”, ho avuto non poche difficoltà a decifrare questa scritta, sia perché il fiammingo è una lingua molto ostica, sia perché il testo è scritto a mano e ciò rende ancora più complicata la comprensione.
Ad ogni modo, da quello che sono riuscito a capire, il testo in questione dice – più o meno – che la suora rema verso la sua nuova vita e questo rafforza in maniera solida la sua serenità. Quanto al significato iconografico, è evidente che la suora sposa Gesù, “matrimonio” che viene suggellato dalla corona di fiori.
Come avrete intuito sto parlando delle immaginette commemorative della “consacrazione delle suore”. Tutti ne abbiamo nelle nostre raccolte. Di solito, quelle moderne (dall’800 a oggi) consistono in santini comunissimi, sul cui verso sono riportate frasi del tipo “(Nome e Cognome) dice addio al mondo per consacrarsi a Dio“.
Difficile (diciamo pure quasi impossibile) è invece trovarne di antiche, per giunta con l’immagine della suora dipinta a mano su una pergamena, come per esempio nella seconda miniatura che potete osservare, nella quale è appunto ritratta una novizia, come chiarisce la scritta sul margine inferiore.
Naturalmente, come accennavo, a quei tempi non tutte le donne che si consacravano – rectius non tutte le famiglie – potevano permettersi il lusso di realizzare questo tipo di immaginette, ma soltanto le figlie (le famiglie) di aristocratici.
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angela
le immaginette sono bellissime l’articolo molto interessante grazie
Mariolina USA
Se non avessi letto la tua descrizione, avrei pensato si tratti di un ex voto. . .