Salerno: San Matteo e le tre sorelle

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Consiglio a quanti non abbiano ancora avuto occasione di assistervi, di andare a Salerno il 21 settembre. Quel giorno la città campana festeggia il suo santo patrono: San Matteo Apostolo.

Secondo la tradizione, nel V secolo, i resti del corpo dell’Evangelista martirizzato in Etiopia furono trasportati in Bretagna, da dove un generale romano le sottrasse per portarli nella sua terra natia, a Velia. Qui il monaco Atanasio, su indicazione della madre Pelagia, alla quale il Santo era apparso in sogno, ritrovò le reliquie e le trasportò in una chiesetta sita nell’attuale territorio di Casal Velino.

Il 6 maggio 954, per volere del principe Gisulfo I, avvenne la traslazione delle reliquie a Salerno, dove tutt’oggi si trovano custodite nella cripta del Duomo dedicato proprio a San Matteo.

Nonostante ciò, il Santo diventa Patrono della città soltanto a partire dal 1544. Il 27 giugno di quell’anno infatti la città fu invasa dalle navi saracene del pirata Khair-ad-din.

La popolazione in parte si rifugiò proprio nel duomo e pregò San Matteo di proteggerla. Fra i tanti racconti, emblematico è quello dei due leoni di pietra, ancora oggi posti all’ingresso della chiesa, che per miracolo presero vita e scacciarono i pirati, salvando i cittadini di Salerno.

Dicevo, il 21 settembre una grandiosa processione festeggia il grande santo, la cui statua è però preceduta nel corteo da altre tre statue che i salernitani chiamano “le tre sorelle“, ovvero i Santi Gaio, Ante e Fortunato, martirizzati a Salerno dal proconsole Leonzio.

Avete letto bene, le tre sorelle sono tre santi… maschi.

La spiegazione di ciò va cercata in una “confusionefra i soggetti martirizzati a Salerno nel periodo delle persecuzioni di Diocleziano.

Tre sorelle, Tecla, Archelaide e Susanna, fuggono da Roma e si rifugiano in Campania. Qui vengono denunciate al proconsole Leonzio e portate a Salerno dove verrano martirizzate.

Nel 1600 le tre sante divennero compatrone della città insieme con San Matteo e le loro statue partecipavano, assieme ad altre, il 21 settembre alla processione. Pare però che verso la fine dell’800 le statue  scomparvero.

Nella tradizione popolare le tre sorelle vennero sostituite dalle tre statue di Gaio, Ante e Fortunato che, da allora, per i salernitani sono “le tre sorelle”.

Nell’iconografia popolare, San Matteo sovrasta e benedice con la mano destra la città di Salerno, mentre con la sinistra mantiene il suo Vangelo, come dimostra la scritta, in un latino popolare: “Liber generationis Jesu Cristi (libro della generazione di Gesù Cristo). con allusione specifica al Vangelo che – unico e solo fra gli altri – si apre appunto con la genealogia di Gesù.

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