Sarà capitato a tutti di avere dei pezzi rovinati nella propria collezione. E a molti sicuramente sarà – almeno una volta – sfiorata l’idea di cimentarsi nel restauro.
Come ho già ribadito altre volte, il restauro cartaceo è un’operazione molto seria, da affidare a professionisti della materia. Ciò comporta inevitabilmente delle spese importanti che, nel caso nostro, a meno che non si tratti di un pezzo unico e di grande valore, non vale la pena di affrontare.
Quello che possiamo fare da soli è certamente cercare di bloccare il degrado e tentare di conservare il pezzo nel modo migliore. Per evitare che muffe, ruggine e altre tracce di degrado aumentino, invadendo l’intera superficie dell’immaginetta, si possono utilizzare taschine prive di sostanze plastificanti.
Se il problema è costituito dalla presenza di parti staccate, è preferibile sistemarle senza tentare di incollarle. Se proprio volete cimentarvi, evitate assolutamente di utilizzare colle o adesivi di natura chimica (praticamente tutti quelli che usiamo comunemente) che avranno soltanto l’effetto di peggiorare lo stato di deterioramento in atto o di provocarne uno nuovo.
Per esempio, non avventuratevi in operazioni approssimative e dannose, come quella che possiamo vedere nella foto postata qui sotto
Personalmente, consiglio di usare della colla di coniglio, di natura organica (è ricavata dalle ossa e dalle pelli di coniglio), impiegata dai restauratori di professione. Si può trovare in grani, nei negozi specializzati, ma se vi fate un giro su Internet non avrete difficoltà ad acquistarla.
L’unico problema è rappresentato dal fatto che va preparata: il procedimento non è molto complicato, ma richiede un po’ di tempo e di attenzione.
Non starò qui a dirvi come si prepara – sul web trovate anche dei video che lo spiegano passo passo – l’importante è effettuare l’intervento a caldo, con un piccolo pennello, stando molto attenti a trattare i lembi di carta da incollare con estrema delicatezza.
Ovviamente, se non siete sicuri, astenetevi: meglio tenersi il pezzo un po’ rovinato che distruggerlo del tutto.
Se avete trovato il post di vostro interesse potete esprimere la vostra opinione postando un commento o semplicemente cliccando su MiPiace posto all’inizio dell’articolo.
Copyright (©) Tutti i diritti riservati
angela rotundo
Molto interessante non sapevo neanche dell’esistenza della colla di coniglio, comunque io per evitare di peggiorare la situazione e non essendo sicura dell’antichità del santino preferisco tenerlo così avendo l’accortezza di custodirlo bene