C’è una pagina della nostra storia che, inspiegabilmente, sembra non si voglia trattare con la dovuta importanza.
Fra le vicende più drammatiche che riguardarono gli italiani nel corso della Seconda Guerra mondiale, ci fu la sciagurata missione in Russia dei nostri soldati.
Mussolini decise di inviare il CSIR – Corpo di Spedizione Italiano in Russia – ovvero 60.000 uomini, poi divenuto ARMIR – Armata Italiana In Russia – comandata dal Generale Messe. Un totale di 229.000 soldati, male equipaggiati, mandati al massacro sicuro.
Secondo i dati in possesso degli storici, i morti furono circa 75.000, alcuni dei quali periti per il freddo e la fame, altri nei campi di prigionia.
A questi, si aggiunsero i cosiddetti IMI, ovvero i prigionieri dei nazisti, i quali esclusero gli italiani dai “prigionieri di guerra”, tutelati dalla Convenzione di Ginevra, considerandoli “Internati Militari” e perciò senza diritti.
Altri, finirono nei campi di prigionia dell’India, dell’Egitto, dell’Australia, del Sud Africa, del Kenya, del Marocco, della Tunisia, dell’Algeria; ma anche dell’Inghilterra e degli Stati Uniti d’America. Circa un milione e mezzo di prigionieri italiani sparsi per il mondo.
Nella primavera del 1945 l’Italia festeggiò la fine della guerra e la Liberazione. Il Duce fu ucciso e i tedeschi avevano lasciato il Paese.
Ritornarono anche i reduci. Ma nessuno sembrò farci caso.
Ancora oggi, ogni 25 aprile, l’Italia celebra la Liberazione e i Partigiani, considerati protagonisti assoluti della stessa. E dei soldati che patirono la prigionia in giro per il mondo chi si ricorda?
Esiste l’A.N.C.R., con sede a Roma. Nata nel 1919 come A.N.C. – Associazione Nazionale Combattenti – fu trasformata nel 1923 nell’attuale Associazione Nazionale Combattenti e Reduci – ironia della sorte – proprio dal governo Mussolini.
Ci fu un’altra organizzazione che si impegnò moltissimo a favore dei reduci, che iniziò la sua opera di aiuto il 18 aprile 1944, un anno prima della fine della Guerra. Si tratta della Pontificia Commissione di Assistenza (P.C.A.), istituita da Papa Pio XII, con lo scopo di aiutare i profughi (vedi sopra il santino).
Nel 1953 divenne POA – Pontificia Opera di Assistenza – fino al 1970, allorché venne sciolta da Papa Paolo VI. L’anno dopo nacque la Caritas.
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rotundo angela
grazie per averci rinfrescato la memoria, fa bene ricordare ogni tanto la storia.