Se qualcuno ci chiedesse di indicare quali sono i pezzi più preziosi – quelli che valgono di più – di una collezione di immaginette religiose, la risposta sarebbe quasi scontata: i canivets. Coloro che conoscono questa particolare tipologia (chi non l’avesse ben presente, può consultare su questo sito, il dizionario di filiconia, alla voce corrispondente), sanno perfettamente che trattasi di pezzi unici. Il loro valore, artistico e collezionistico, dipende in gran parte proprio dal fatto che si possono trovare pezzi simili, ma non copie identiche (ciò distingue i manufatti dalle produzioni meccaniche).
L’intaglio della carta, o della pergamena, era un lavoro di grande perizia, cui si aggiungeva quello della miniatura centrale, in alcuni casi, un vero e proprio dipinto di grande livello artistico.
Solitamente, queste preziose opere d’arte erano anonime, ovvero non venivano firmate, tranne rarissimi casi – citati anche dallo Spamer – in cui si conoscono nome e cognome, anche se non riferiti a questo o quel pezzo in particolare. Quando un’incisione, e a maggior ragione un canivet, è attribuibile con certezza al suo autore, il suo valore, ovviamente, aumenta in maniera esponenziale.
Ora pensate, quale valore potrebbe avere un canivet, se non soltanto fosse noto il nome di chi l’ha realizzato, ma se questo nome fosse addirittura di una santa.
È noto che questi manufatti, diffusi fra il XVII e gli inizi del XIX secolo, venivano realizzati negli ambienti conventuali, in genere da suore. I canivets che sto per segnalarvi – ahimè posso fare soltanto e semplicemente questo, e capirete subito il perché – e che potete osservare in parte nelle foto, furono realizzati da una suora molto speciale, proclamata santa da Papa Pio XI nel 1934: Luisa di Marillac (Parigi, 1591-1660) fondatrice delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli.
Per chi voglia approfondire sulla sua biografia, rinvio alla voce corrispondente su wikipedia, ma è sufficiente in proposito fare una ricerca su google per trovare diversi siti. Quello che vi invito certamente a consultare – che mi è stato segnalato dall’amico Ermanno Raio, che di canivets è un fine collezionista e conoscitore -, è sicuramente QUESTO QUI, dal quale sono tratte le immagini qui pubblicate.
Chi ha pubblicato queste immagini, le ha descritte come “miniature dipinte da Louise de Marillac”, concentrandosi evidentemente soltanto sulla miniatura. Tuttavia, come potete facilmente notare, si tratta di bellissimi canivets di stile e provenienza francofona, che rivelano non solo una grande capacità pittorica, ma anche una magistrale esecuzione nell’intaglio. Peccato che non ci è data la possibilità di vedere le opere per intero.
I canivets realizzati dalle mani della Santa sono tre: uno dedicato al Buon Pastore (il primo in alto a sinistra), uno alla Sacra Famiglia (sopra, a destra) e l’altro, con molta probabilità, a Maria Maddalena (a sinistra), anche se chi ha pubblicato l’immagine parla di “blond woman”, ovvero di una donna bionda. Gli originali sono custoditi a Parigi, presso la sede delle Figlie della Carità.
Mi sembra superfluo aggiungere che se qualcuno ha la possibilità di avere, o di segnalarci, le immagini per intero, farà una cosa molto gradita a tutti.
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donata
io di canivet non capisco niente
antonio d'errico ramirez
Descrizione interessante di cose poco note oltre alla illustrazione di un’arte che ritengo appartenga, purtroppo, al passato.
michele cirelli
per non capire nulla di filiconia e immagini sacre di piccolo formato trovo il sito particolarmente interessante e le descrizioni che lasciano appassionare anche uno come il sottoscritto che giudicava senza conoscere questo mondo solo una pura perdita di tempo. Ma solo gli stupidi non cambiano idea. Complimenti all’amico Biagio per le sue capacità e soprattutto il tempo che piacevolmente mi ha dedicato nel parlarmi del suo lavoro o meglio della sua passione.