Ho accarezzato più volte l’idea di pubblicare un repertorio di tutte le case editrici produttrici di santini. Ma l’impresa è talmente enorme che scoraggerebbe il più zelante degli archivisti.
Quanti produttori ci sono stati dalla seconda metà del Cinquecento fino a oggi?
Domanda assurda per una risposta altrettanto impossibile. La produzione ha riguardato i paesi fiamminghi (Belgio e Olanda), Francia, Spagna, Italia, Svizzera, Germania, Austria, Boemia, Repubblica Ceca, Ungheria; e poi gli Stati Uniti d’America e alcuni paesi dell’America Latina.
La cosa si complica ulteriormente, quando si vuole avere delle notizie. Va detto infatti che della maggior parte conosciamo soltanto e semplicemente la firma.
Inoltre – può sembrare strano, ma è così – il numero maggiore di editori/produttori di immaginette religiose si diffonde a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, per toccare il massimo nel corso della prima metà del Novecento.
In questo periodo, in particolare in Italia, proliferano un gran numero di piccoli editori, a volte semplici cartolibrerie che commissionano i santini ai grandi editori – pochi per la verità – concentrati fra Milano (vera capitale dell’editoria, non solo di genere), Torino e Roma, con qualche esperienza significativa nell’Emilia-Romagna.
Gli stabilimenti milanesi dominano il mercato, servendo una miriade di piccole tipografie e committenti di varia natura, che si limitano il più delle volte a stampare il proprio marchietto sul verso dell’immaginetta.
A Napoli, per esempio, gran parte dei piccoli editori concentrati fra Via San Biagio dei Librai e Piazza San Domenico Maggiore si rivolgono a grandi editori come Bertarelli, Santa Lega Eucaristica, Berardi, Beretta, AR e alla Ed.G.Mi di Carlo Gariboldi.
Osservate, in proposito, un santino della Serie Isonzo, nell’edizione fustellata della fine degli anni 40, nella specie l’immagine n. 219.
Come potete notare, l’editore napoletano Giovanni Russo commissionava i santini alla casa editrice milanese, la quale probabilmente stampava direttamente il nome del committente, omettendo il proprio marchio.
Di questi esempi è piena la produzione di santini popolari del Novecento.
Il consiglio solito è quello di osservare attentamente il verso dei vostri santini: vi potrà capitare di scoprire marchi e nomi di ditte, fino a quel momento assolutamente a voi sconosciuti.
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