Non mangerete carne di porco

Il martirio dei 7 fratelli in un'incisione francese del XVII secolo
Il martirio dei 7 fratelli in un’incisione francese del XVII secolo

Nel 1876, sotto l’Altare Maggiore di San Pietro in Vincoli a Roma, furono trovati in un sarcofago cristiano i resti presunti dei sette fratelli Maccabei, martirizzati intorno al 168 a.C. e, secondo la tradizione, trasportati circa cinque secoli più tardi a Roma, sul luogo del ritrovamento.

Così chiamati dal nome del libro, i Maccabei appunto, nel quale è descritta la loro vicenda, i fratelli Aber, Acasfo, Aratsfo, Giacomo, Giuda, Macabco e Macuro, secondo quanto narra il testo biblico, furono torturati per ordine del re Antioco insieme con la propria madre.

La loro identificazione – com’è accaduto per tantissimi altri corpi di martiri ritrovati nel XIX secolo – fece molto discutere gli studiosi dell’epoca, ma una lamina bronzea ritrovata sul sarcofago che dichiarava l’autenticità delle preziosissime reliquie contribuì molto a dissipare ogni dubbio.

Precisiamo che si tratta di personaggi la cui storia è narrata nel Vecchio Testamento, al capitolo 7 del Secondo Libro dei Maccabei, venerati come santi dalla Chiesa, che li ricorda il 1 agosto.

Il racconto biblico narra di questi fratelli che  «furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite». A uno a uno, tutti morirono, dopo aver assistito alle torture inflitte ai fratelli: fu tagliata loro la lingua e le membra, strappata la pelle e altri strazianti trattamenti. Ma loro si rifiutarono di mangiare carne di maiale e di contravvenire alla legge di Dio. «Soprattutto la madre era ammirevole e degna di gloriosa memoria, perché, vedendo morire sette figli in un solo giorno, sopportava tutto serenamente per le speranze poste nel Signore».

L’incisione a bulino – la potete osservare in alto a sinistra – fa parte di una serie dedicata ai Sette doni dello Spirito Santo e, nel caso specifico,  rappresenta proprio uno dei drammatici momenti del martirio dei sette: notiamo sulla sinistra il re Antioco, mentre ordina ai soldati di immergere uno dei fratelli in un calderone bollente. La madre, al centro, assiste insieme con gli altri sei al supplizio, in maniera “serena”. Com’è possibile che una madre rimanga quasi indifferente innanzi a una simile circostanza? La risposta è nella stessa immagine: in alto, al centro, notiamo la presenza di una colomba, simbolo dello Spirito Santo, che infonde il dono della Forza «che ci fa disprezzare la morte, e ci rende coraggiosi davanti al pericolo».

Prima ho accennato al fatto che l’episodio appartiene al Vecchio Testamento. Nel libro del Deuteronomio è fatto elenco agli ebrei degli animali che si possono mangiare – bue, pecora, capra, cervo, gazzella, capriolo, stambecco, antilope, bufalo e camoscio, e in generale tutti quelli che hanno l’unghia bipartita e che ruminano – e fatto divieto per quanto riguarda gli altri, da considerare impuri. «Anche il porco, che ha l’unghia bipartita ma non rumina, per voi è impuro. Non mangerete la loro carne e non toccherete i loro cadaveri» (Deut. 14,8).

Anche il Corano proibisce ai musulmani di cibarsi di carne suina.

Nonostante l’uso delle medesime Sacre Scritture, il Vecchio Testamento appunto, i Cristiani possono invece mangiare carne di maiale – e tutte le altre – senza commettere peccato.

Appare piuttosto strano per i cattolici – grandi consumatori di prosciutti e salami di ogni tipo e provenienza – venerare fra i loro santi martiri, i sette fratelli Maccabei, morti sotto tortura per aver voluto rispettare una regola che essi (i cattolici) violano, con gusto, molti giorni all’anno.

Se avete trovato il post di vostro interesse potete esprimere la vostra opinione postando un commento o semplicemente cliccando su MiPiace posto all’inizio dell’articolo.

Copyright (©) Tutti i diritti riservati

2 risposte

  1. angela rotundo

    L’articolo molto interessante come al solito, parla del vecchio testamento appunto, nel nuovo testamento con la venuta di Gesù che ha dato la vita per redimere i nostri peccati e a dare compimento alla legge e ai profeti (Mt 5/17- Lc 16/17) le cose cambiano (Mt 12) e atti degli apostoli 11 dove parla appunto degli animali impuri giusto per citarne qualcuno perchè sono quelli che mi sono venuti in mente ora . Biagio per caso siete vegetariano? visto che condannate così duramente i cattolici?

  2. agostino

    E’ lei Biagio di quale Religione appartiene?!
    Molto interessante ricordare questo episodio Biblico. Bisogna meditarlo e
    confrontarlo con il Nuovo Testamento, dove Gesù ammonisce la folla dicendo:
    ” Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo, ma quello che esce dalla
    bocca rende impuro l’uomo ” ( Mt. 15,10 ).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

AlphaOmega Captcha Classica  –  Enter Security Code