Non c’è dubbio: i canivets di produzione francese sono i più belli

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canivet francofono
Canivet di produzione francese (Lione?). Prima metà del sec. XVIII. Coll. priv. G. Lo Cicero.

Pubblico sempre molto volentieri le immaginette dei nostri amici collezionisti, soprattutto quando si tratta di pezzi come quello che state osservando.

Il canivet manufatto è di produzione francese, probabilmente di Lione, ed è – come tutti quelli che appartengono a questa tipologia – di straordinaria “bellezza”.

Ho virgolettato “bellezza”, perché il termine è riferito non tanto, o non solo, all’aspetto puramente estetico. Anzi, a voler essere precisi, non è sicuramente fra i più belli in circolazione. Pensiamo soltanto a certi canivets, prodotti nello stesso periodo e nella stessa area geografica, che presentano miniature che raggiungono livelli di esecuzione, che soltanto la mano di un grande Artista poteva realizzare.

Ebbene, nel caso specifico, è proprio la miniatura che mi ha colpito particolarmente. Quando Gianluca – Lo Cicero, sì, beato lui! –  me l’ha mostrato, chiedendomi cosa ne pensassi, mi sono incantato. Lo stile naif della raffigurazione centrale si contrappone all’intaglio eseguito con grande perizia e poca ingenuità.

Non era semplice intagliare la carta in quella maniera e chi ha eseguito il lavoro doveva essere molto abile nell’usare il canif. Verrebbe da pensare che l’opera sia stata eseguita a quattro mani, cioè da due diversi artisti: uno che ha realizzato l’intaglio,  l’altro la miniatura.

Chi lo sa? Né avremo modo di scoprirlo.

È noto che la maggior parte di questi gioielli di carta non venivano firmati, il che non era casuale. Il motivo era proprio nella volontà  di lasciare il lavoro nell’anonimato, a dimostrazione della grande umiltà di colei che l’aveva realizzato. Perché, quasi sempre era una suora o una conversa, spesso appartenente all’ordine delle Carmelitane.

particolare
particolare

Solo una mano piccola e delicata, infatti, poteva cimentarsi in un lavoro simile. Pensate per un attimo alla mano di un uomo, di un monaco, che deve intagliare un pezzo di carta come questo, le cui misure sono di cm 12,5 x 15,5 (ma ne conosciamo di ancora più piccoli). Insomma, immaginate una mano grande e tozza alle prese con un disegno di pochi millimetri da intagliare. Impossibile!

Ma torniamo alla miniatura. Al centro osserviamo un Cuore di Gesù sospeso, in un paesaggio semplice: sulla sinistra una casetta, anch’essa come se fosse sospesa (ingenuità artistica?), sulla destra un albero e dei fiori. In cielo si notano degli uccelli e la colomba, simbolo dello Spirito Santo. Accanto, il nome Jesus. Sul cartiglio, in basso, si legge:  C’est le nom de celui que j’aime (Questo è il nome di colui che amo).

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2 risposte

  1. Gianluca

    Effettivamente ero rimasto perplesso dalla grande differenza tra la maestria dell’intaglio e la genuina elementarità dell’icona. Ho ipotizzato ad un successivo completamento del canivet che, già finito da un maestro dell’intaglio, stava fermo lì incompleto ed una fanciulla o suora che successivamente ne pittura lo spazio destinato all’icona.

  2. angela rotundo

    Bellissimo l’articolo, complimenti al sig.Lo Cicero per la meravigliosa immaginetta

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