È da un po’ di tempo che, su ebay, stiamo assistendo a delle aste apparentemente assurde. Protagonisti alcuni santini della celebre Serie Isonzo, edita dalla casa editrice milanese Egim (già ED.G.MI). Succede che alcuni pezzi, così definiti rari, vengano aggiudicati a prezzi a dir poco incomprensibili. Qualche mese fa, fece notizia fra i collezionisti il tizio che si aggiudicò un santino Egim a Euro 100,00. Sembrava un caso eccezionale, il classico fatto da raccontare. E invece, da qualche tempo, di aste come quella sopra citata ne stiamo vedendo diverse.
Ma non si diceva che i collezionisti dei santini dell’Egim erano persone fondamentalmente dedite agli scambi e, soprattutto, gente alla quale non piace spendere soldi? Chi ha pensato una cosa simile, sembra proprio che debba ricredersi. Pare infatti che il collezionismo seriale vinca di gran lunga su quello tematico. Peraltro, possiamo anche discutere sul fatto che spendere più di 2 Euro per un santino stampato negli anni 60-80 in offset siano soldi buttati; ma dobbiamo prendere atto che la maggioranza degli appassionati della categoria, colleziona seriali e, in particolare, i santini della Serie Isonzo.
L’ultima asta che ho seguito su Ebay Italia, scaduta ieri sera, aveva per oggetto l’immagine n. 248, dedicata a Maria SS. delle Grazie, che si venera in Benevento (la vedete nella foto a sinistra, tratta da Ebay). Ebbene, è stata aggiudicata – dopo 13 offerte – alla somma di Euro 23,51, cui devono aggiungersi le spese di spedizione pari a Euro 3,63, per un totale di Euro 27,14. Se pensate che si tratti del solito pazzo, fatevi un giro su Ebay Italia, scrivete la parola chiave “egim” e vedrete che sono tuttora in corso aste che offrono santini dell’Egim, Serie Isonzo, il cui prezzo base va da Euro 2,50 a 20,00.
Ma voglio rincarare la dose. Nella stessa giornata di ieri (14 febbraio) un canivet di produzione germanofona (lo vedete nell’immagine a destra) sempre in un’asta su ebay, è stato venduto al prezzo di Euro 41,50, dopo sole tre offerte.
Cosa sta succedendo? I collezionisti filiconici, snobbano i pezzi unici manufatti del XVIII secolo, per accaparrarsi i pezzi “rari” in offset della seconda metà del Novecento? Sinceramente non so dare una risposta valida. So soltanto che, quando si chiede ad alcuni “egimisti” se collezionano incisioni, canivets, miniature, etc., spesso ci sentiamo rispondere che dette tipologie non sono per le loro tasche, alludendo al luogo comune, che i pezzi antichi hanno costi troppo alti.
In sostanza, un canivet come questo, che ha un valore di mercato intorno agli Euro 90,00/150,00, viene aggiudicato a un prezzo quasi stracciato per gli standard della tipologia; mentre un santino stampato in offset, il cui valore commerciale si aggira fra i 0,50 e i 3,00 Euro, viene acquistato a Euro 23,00 (gli esperti di matematica ci indichino pure la percentuale di incremento).
Gusti a parte – qualcuno potrà dire che è molto più bello il santino che il canivet -, sembrerebbe che non vi sia proprio proporzione alcuna.
A questo punto, ci si potrebbe chiedere: chi o che cosa decide il valore giusto di un pezzo? La risposta non può che essere una sola: il valore commerciale lo stabilisce il collezionista. Se un collezionista acquista a 23,00 Euro un santino della Serie Isonzo, ne ha determinato in quel momento il prezzo. Ma ciò non basta a stabilirne il valore collezionistico. Perché ciò avvenga, è necessario che altri collezionisti siano disposti a pagare un prezzo maggiore o quantomeno uguale a quello. E se non succede? Allora l’aggiudicatario ha fatto un pessimo acquisto.
Copyright (©) Tutti i diritti riservati
pierluigi.
Condivido quanto sopra detto, ecco perchè sono necessarie queste tue “schede” che insegnano e aiutano noi profani a non commettere errori.
Antonio
Credo che non si possa fare di tutta l’erba un fascio, ovvero generalizzare l’atteggiamento degli “egimisti” quali collezionisti che, nel complesso, preferiscono scambiare piuttosto che spendere i loro soldi. E questa notizia che ci ha dato lo dimostra.
Per quel che mi riguarda, sebbene consideri il collezionare santini in off-set un impegno meno serio, devo ammettere che tra i collezionisti di santini non c’è quella uniformità e quel rigore che invece possiamo trovare in altri ambienti, come la numismatica o la filatelia, forse a causa del fatto che in questi due ultimi casi abbiamo di fronte notizie più dettagliate circa i gradi di rarità, le emissioni,…
Ad ogni modo, mi trova molto d’accordo sull’espressione finale: un collezionista che acquisti a 23 euro un Egim, ne determina il prezzo, ma non il valore.
E mi permetto di aggiungere, infine, che lo stesso venditore, solo qualche settimana prima, sullo stesso sito, ha avuto la fortuna di vendere una copia dello stesso santino per poco meno di 40 euro (il che fa del primo acquisto un pessimo affare e, quindi, del secondo, un ottimo affare: tutta questione di punti di vista).