Avete presente quelle mappe tascabili che si trovano nelle hall degli alberghi delle città turistiche? Il portiere ve ne dà una gratuitamente indicandovi il percorso. Di solito si tratta di un foglietto ripiegato, sul quale è indicato l’essenziale: i monumenti, le vie principali, gli autobus, la metropolitana, etc.
Immaginate di trovarvi nella Gerusalemme del Settecento con il desiderio di ripercorrere i luoghi della passione di Gesù Cristo.
Avreste bisogno di una mappa ragionata appunto.
È quello che più o meno fa un libretto di circa cinquanta pagine, in formato 28° (praticamente delle dimensioni di un’immaginetta devozionale), pubblicato a Graz (Austria) nel 1729 da una tipografia locale (eredi Widmann?).
Aperta la copertina, immediatamente dopo il risguardo, troviamo il piccolo foglio ripiegato inciso a bulino, che state osservando. Il resto del libro, scritto in un tedesco gotico praticamente quasi incomprensibile riporta le canoniche 14 stazioni della Via Crucis.
Ogni tappa del “viaggio” di Gesù, o della “Vera rappresentazione della passione” (questo pressappoco il titolo della cartina) è indicata da lettere alfabetiche, che un teschio ci spiega nel dettaglio
A = luogo in cui Gesù è catturato;
B = casa di Pilato;
C = stalla dove Gesù fu battuto e coronato di spine;
D = casa di Erode;
E = strada da cui è passato Cristo;
F = punto dove la Madre di Dio incontra suo Figlio;
G = la porta di Damasco + luogo dove Gesù cade sotto la croce;
H = la casa del ricco malvagio;
I = la casa di Lazzaro;
K = la casa della Veronica;
L = la porta delle lacrime;
M = luogo dove Gesù incontra le donne che piangono per lui;
N = il Calvario
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