Se fu realmente il lenzuolo che avvolse Gesù prima di essere seppellito o se invece si tratta di un falso medioevale, forse in un prossimo futuro lo si scoprirà (ancora oggi la questione divide studiosi di tutto il mondo). Una certezza è che parliamo della reliquia più grande e più importante
della storia della religione cristiana. Inoltre, dal punto di vista iconografico, ci troviamo di fronte a una possibile (non certa) immagine del corpo di Gesù Cristo, e in particolare del suo volto.
Come ben sanno coloro che hanno avuto occasione di osservare il sacro lenzuolo da vicino, nel corso di una delle Ostensioni – l’ultima delle quali si è tenuta lo scorso anno – l’osservazione diretta non consente di identificare bene l’immagine impressa.
La famosa immagine che conosciamo del volto è quella che risultò dalle fotografie scattate, per la prima volta nel 1898, dal fotografo Secondo Pia.
Tuttavia, le immagini che ritraggono (si fa per dire!) la Sindone, cominciano a diffondersi nel XVI secolo, sia nelle miniature – per esempio quella inserita nel Libro di preghiere donato da Cristofaro Duc di Moncalieri a Margherita di Valois per il suo matrimonio con il duca Emanuele Filiberto – sia nelle stampe. La maggiore produzione di immagini, di ogni dimensione, si avrà però nell’Ottocento e nel secolo successivo.
Dal punto di vista filiconico, le immaginette della Sindone sono una tematica di grande interesse, non soltanto iconografico. Alcune di esse, per lo più prodotte nel Novecento, sono commemorative delle Ostensioni effettuate; altre raffigurano semplicemente il Santo Sudario, a beneficio soprattutto dei pellegrini che numerosi si recavano a Torino a visitare il luogo dove esso era custodito.
A questo proposito, un’incisione realizzata a metà del Settecento (vedi immagine sopra) e inserita nel volume XVIII di Thomas Salmon (1679-1767), Lo Stato presente di tutti i paesi e popoli del mondo naturale, politico e morale, nel capitolo dedicato a La città di Turino, capitale del Piemonte e di tutti gli Stati del re di Sardegna, ritrae il celebre Sudario, custodito all’interno dell’altare barocco della Cappella Regia, realizzato a partire dal 1687 da Antonio Bertola.
Come si può osservare, la Sindone si trova in un gigantesco reliquiario collocato dietro l’altare. Il titolo dell’incisione su rame è appunto Ritratto del Santissimo Sudario, coll’alzato dell’Altare in cui si trova riposto nella Regia Cappella di Turino. Un documento importante, che testimonia uno dei tanti “luoghi” in cui fu collocato il Lenzuolo, in un periodo storico in cui, ovviamente, non esisteva ancora la fotografia, inventata nel secolo successivo.
Per quanto riguarda l’aspetto collezionistico, le immaginette relative alla tematica in questione sono esclusivamente quelle che raffigurano il lenzuolo, la Sindone appunto, e non quelle più generiche della Passione, né quelle in cui è raffigurato il volto di Gesù su un panno.
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agostino
Il lenzuolo di Lino che si trova in Torino è veramente la Sacra Sindone che avvolse l’intero Corpo di Gesù morente e crocifisso e non solamente il suo Sacro Volto.