Massafra, conosciuta anche con il nome di Tebaide d’Italia a causa dei numerosi insediamenti presenti nelle gravine carsiche del suo territorio, è il paesaggio suggestivo e naturalistico dove prende vita la devozione per la Madonna della Scala che vediamo raffigurata.
La statua lignea a prima vista è simile a tante altre che, come i santini ben documentano, sono state fabbricate a Napoli fra il 1700 e i primi decenni del 1800. Ciò che la contraddistingue è la presenza accanto al simulacro di una scala e di una cerbiatta.
Nella religione cristiana quest’animale è il simbolo delle anime che anelano a Dio.
Il simbolismo della scala in generale coinvolge molte tradizioni religiose e sapienziali: ebraismo, misteri mitraici, cristianesimo, islamismo, gnosticismo e alchimia. Il ventaglio delle possibili letture comprende la prospettiva storica, più o meno sacra, la morale, la filosofia, la mistica.
La scala nella cultura occidentale rappresenta la Provvidenza Divina, la prefigurazione dell’incarnazione del Cristo. Mezzo di unione fra cielo e terra, fra spirito e materia, essa traduce l’aspetto ascensionale dell’elevazione spirituale, conoscitiva e morale, indicando un percorso fatto di tappe graduali, concatenate e susseguenti. Associando la verticalità dei montanti all’orizzontalità dei pioli permette brevi soste per acquisire sempre maggiore consapevolezza, ed è proprio questa la caratteristica che la distingue dal ponte o dall’arcobaleno, che hanno significati similari.
Alcuni studiosi affermano che la statua di questa Madonna sia unica nel suo genere perché soggiorna per lunghi periodi in tre chiese diverse. La statua detta “processionale” per il suo carattere itinerante, nel corso dell’anno passa, infatti, dal Santuario omonimo alla Chiesa di San Benedetto e da questa, a quella di San Lorenzo Martire per poi ritornare nel luogo d’origine portata in spalla da decine d’abitanti detti «masciàri» (maghi).
La profonda fede s’intreccia con l’esoterismo. Massafra sembra sia stata in passato la capitale di maghi e stregoni ed è per questo motivo che gli abitanti sarebbero in tal modo soprannominati. Diverse sono le motivazioni per le quali si pensa che la Madonna, che è anche Patrona della città pugliese, sia venerata con quest’appellativo.
Le versioni più accreditate sono due.
Il simbolo della scala riferito al titolo, potrebbe essere collegato alla scala Jacob, quella vista in sogno da Giacobbe (Gen. 28,10-22), in cui gli angeli salgono e scendono da una scala segno di un collegamento comunicativo fra Dio e gli uomini.
Altri sostengono che il titolo si riferisca più semplicemente alla lunga scalinata scavata nella roccia della gravina che porta al Santuario (il nome di “Madonna della Scala” appartiene anche all’affresco di stile bizantino risalente al XIII secolo che si trova nella stessa chiesa).
Secondo la tradizione, la Madonna non desidera che questi gradini siano contati. Chi l’ha fatto disubbidendo ai dettami della tradizione, afferma che essi, scendendo risultano di un numero e salendo di un altro!
La devozione per la Madonna della Scala è collegata al cosiddetto miracolo delle Cerve di cui si tramanda memoria: le stesse cerve che troviamo scolpite in marmo anche nel santuario, ai lati dell’altare maggiore a testimonianza visiva di quanto accaduto nel passato. Secondo una leggenda alcuni pastori videro questi animali soffermarsi ripetutamente presso un masso tufaceo sul quale si conservava una raffigurazione della Vergine, resto di una piccola cappella crollata.
Si racconta che in tempi remoti, durante la festa in onore della Madonna, solevano giungere due cerve, madre e figlia che se ne stavano genuflesse davanti all’effigie in atteggiamento di venerazione, mentre i fedeli assistevano stupiti al ripetersi di tale prodigio. Poi la minore tornava indietro e la cerva adulta si lanciava nel burrone, dandosi la morte. Le sue carni, cotte e offerte al popolo, crescevano a dismisura e bastavano a sfamare migliaia di persone. Così fu, fino a quando i sacerdoti del tempo non misero in vendita i pezzi della carne della cerva per trarne profitto, ma da allora le cerve non apparvero più.
Ma sapete perché secondo una superstizione popolare è malaugurio passare sotto una scala?
Questa credenza che molti di voi conosceranno ha a che vedere con il diavolo. La scala poggiata dritta contro una parete forma idealmente un triangolo. Nella tradizione cristiana il triangolo è il simbolo della Santissima Trinità quindi passarci attraverso denoterebbe mancanza di rispetto e offesa a Dio, comportamento gradito a Satana.
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angela rotundo
Molto bello
Enzo
Molto interessante
Enzo C
Anche in quest’ultimo articolo di Carmen Stillitano, legato ai santini, si intrecciano religiosità, superstizione, magia, simbolismo con estensione ad altri credi. Interessante anche apprendere che sculture lignee tipo la Madonna della scala siano state costruite a Napoli “fra il 1700 e i primi decenni del 1800”. Nasce spontanea una domanda. Perché proprio lì?
bruno la marra
Leggendo l’articolo ho fatto il confronto tra scala, ponte ed arcobaleno (citati dalla stillitano) tutti indicano l’avvicinamento a Dio, sicuramente la scala di più. Ponte ed arcobaleno portano sì verso l’alto ma se non ci si ferma al punto più alto del semicerchio comincia la discesa, cioè l’allontanamento da Dio. Complimenti – come sempre – all’autrice.
Giuseppina
La madonna é venerata con tanti titoli.Queste spiegazioni sono molto interessanti e curiosi.Io non passo mai sotto una scala ma non sapevo perché.Vi sono superstizioni che ci vengono tramandate non sappiamo il significato. Molto bella l’immagine antica in bianco e nero della scala.Complimenti.
MICHELE CONGESTRI
BELL’ARTICOLO
paola Meneghetti
Ho trovato una medaglia del centenario 1876 della Madonna della scala di massafra nel mio orto ! Incredibile! Montagnana provv.padova e ancora di più il 1′ maggio domenica ricorrenza appunto del santuario !
Marica
almeno lo avete riconosciuto che è preso da altre tradizioni. siete stati onesti.
ciro
Pure io ho trovato una medaglia del centenario della madonna della scala, mi piacerebbe cofrontarla con altre.