Il sassolino del Pozzo Sacro della Vergine di Pozzano

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La tematica “reliquie” è per i collezionisti sicuramente fra le più affascinanti. Che si creda o meno alla veridicità di ciò che esse rappresentano – e il più delle volte il dubbio non solo è legittimo ma obbligatorio – sul fronte devozionale esse hanno da sempre avuto un’importanza fondamentale.

Possedere una sacra reliquia, non importa se di prima, seconda, terza o quarta classe, significava un tempo, e forse per qualcuno anche oggi, avere un rapporto intimo, personale con lo stesso soggetto cui essa appartiene.

Sotto l’aspetto esclusivamente collezionistico, voglio ribadirlo per l’ennesima volta, poco importa se l’oggetto in questione sia autentico, se sia davvero appartenuto a quel determinato santo o se quel santo sia davvero esistito. L’oggetto conta di più del soggetto a cui si riferisce. Dunque il reliquiario – e non la reliquia – è per il collezionista il vero oggetto da curare e conservare.

E parlando di reliquiari appunto, mi ha colpito molto questo della Vergine di Pozzano, località sita a sud della città di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli.

Secondo la tradizione, l’immagine della Vergine di Pozzano, dipinta da mano ignota, fu trovata nascosta in un pozzo nei pressi di Castellammare di Stabia. Ai suoi scopritori apparve la Madonna che chiese loro di erigere proprio lì una chiesa in suo onore.

Tornando al nostro reliquiario, esso risale alla seconda metà del XIX secolo. All’interno di una bacheca in legno, chiusa da una vetrinetta, cm 10,2 x 16,4, appoggiata su una base di legno, osserviamo la figura della Vergine, ripresa dal quadro, stampata in siderografia con coloritura a mano, con una cornicetta dorata.

Alla base, a forma di pozzo, un piccolo sasso (la reliquia) preso proprio all’interno del pozzo dove fu ritrovata la sacra immagine, come chiarisce la didascalia stampata sotto.

Per ovvie ragioni, che riguardano esclusivamente la cura dell’integrità del reliquiario, non posso mostrarvi l’immagine del sigillo.

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