L’iconografia classica, quella per cui è maggiormente conosciuto in tutto il mondo cattolico, presenta San Francesco di Paola come un vecchio barbuto, che indossa il saio, con il capo generalmente coperto dal cappuccio, e appoggiato al bastone.
Qualcuno avrà notato – e i cultori più appassionati lo sanno da sempre – che in alcune immagini il Santo non ha il tipico bastone, con il manico ricurvo, ma una semplice canna.
L’attributo in questione non è una variante dovuta alla fantasia di qualche artista, trova invece la sua spiegazione in un episodio dell’agiografia di San Francesco di Paola, conosciuto non a caso come il miracolo della canna.
Nel 1596, il Frate fondatore dei minimi era già morto (in Francia, il 2 aprile 1507). A Corigliano, dove il Santo aveva sostato e fondato nel 1474 uno dei suoi primi conventi, la popolazione teme l’assalto dei Turchi Ottomani. Tutti fuggono terrorizzati, anche i frati che occupano il convento. Tranne uno, forse perché troppo vecchio e ammalato. Si rassegna e in attesa che gli invasori facciano irruzione in quel luogo sacro, prega San Francesco.
Il Santo tranquillizza l’anziano confratello. Anzi, gli consiglia di sbarrare la porta del convento con una canna. Sì, proprio con una fragile canna. Il fraticello è stupito, incredulo: come può una debole canna fermare i colpi dei nemici invasori? Ma la sua fede verso il Santo prevale ed esegue quanto gli è stato raccomandato. I turchi invadono la città e compiono ogni saccheggio, ma giunti al convento non riescono a sfondare la porta e a entrarvi.
Quella canna esiste ancora oggi, rappresenta una delle più preziose reliquie ed è custodita a Corigliano, nel Santuario di San Francesco di Paola.
Ma torniamo alla questione attributi: quale dei due – canna o bastone – costituisce l’attributo del santo?
Entrambi gli oggetti. Se facciamo riferimento alla biografia del Santo, dovremmo considerare il bastone, quale vero attributo, in quanto la canna rappresenta un oggetto che riguarda un episodio specifico, accaduto peraltro in un contesto miracoloso, circa un secolo dopo la morte del Santo. Tuttavia, come sappiamo, gli attributi (principali o secondari) sono semplicemente dei simboli, utilizzati dagli artisti per identificare meglio il soggetto di un’opera.
Qualche studioso ha voluto vedere nella canna un ulteriore elemento di identificazione. In pratica, ogni qual volta osserviamo un’immagine di San Francesco di Paola con la canna, dovremmo essere di fronte a un’opera di matrice meridionale, al contrario quando il Santo è raffigurato con il bastone classico.
Personalmente non sono in grado di avvalorare o smentire tale tesi, bisognerebbe “censire” tutte le immagini devozionali di San Francesco di Paola diffuse nel Sud Italia e confrontarle con le altre sparse nel mondo. E forse servirebbe a poco, dal momento che l’attributo è una scelta personale dell’artista. O anche dell’editore che commissiona l’immagine.
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angela rotundo
molto interessante grazie