Il Cristo arrivato dal mare

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Il Crocifisso di San Domenico in Chioggia raffigurato in un santino
Il Crocifisso di San Domenico in Chioggia raffigurato in un santino

Il Cristo di S. Domenico che vediamo raffigurato nei due santini, sotto molti aspetti rappresenta un caso singolare dell’arte religiosa. Secondo la tradizione quest’opera lignea era una delle quattro eseguite dall’evangelista Luca e fu custodita a Costantinopoli fino al 1453.

Si narra che in seguito all’invasione dei turchi, la città fu devastata e tante chiese furono distrutte e molte opere sacre finirono in mare. Ed è nelle acque del Mediterraneo che il Cristo Miracoloso sarebbe rimasto a galleggiare per molti anni fino a quando, incagliatosi tra le palafitte del Ponte di San Domenico a Chioggia, venne ritrovato da alcuni pescatori che lo fecero oggetto di devozione.

Il Crocifisso s’inserisce nella tradizione domenicana della spiritualità della croce: S. Domenico è ritratto, infatti, nell’iconografia classica con il crocifisso in mano.

La storia racconta che i padri domenicani (l’Ordine dei Predicatori) arrivarono in quest’isoletta intorno al secolo XIV ed è anche grazie a loro che il culto si diffuse specialmente tra la gente di mare e tra la popolazione delle suggestive calli goldoniane. La particolare forma di croce (che si riscontra nei modelli medievali francesi, boemi e renani) presenta delle accentuate nodosità e, come si può vedere dalle immagini, ha la conformazione ad ipsilon (Y).

Imponente è l’originale di quasi quattro metri che attira l’attenzione di chi lo osserva per la sua disarmonica armoniosità. Quello che colpisce di più è la distonia tra il capo e il corpo del Cristo, il primo più curato, il secondo esile anche se di notevole fattura artistica. Alcuni studiosi leggono in quest’evidente contrasto la mistica realtà del rapporto tra Cristo e la Chiesa.

Altro particolare non trascurabile è il volto reclinato, quasi incassato nel torace che, se visto dal lato sinistro mostra la sofferenza, dal lato destro un’espressione più serena, come se l’artista avesse voluto con questa duplice percezione visiva sottolineare il binomio morte-vita, scolpendo un’immagine capace di riassumere sia il momento dell’agonia, sia quello del trapasso, contemplando in quest’ultimo anche la resurrezione: il “Crocifisso Risorto”, colui che appare glorioso mostrando ancora ben visibili i segni del supplizio.

Il Crocifisso Miracoloso in un santino di recente stampa
Il Crocifisso Miracoloso in un santino di recente stampa

Sulla sommità della croce notiamo un “strano” pellicano dalle ali d’aquila e dalle zampe munite d’artigli. Probabilmente esso rinvierebbe ad un’immagine imperiale e alluderebbe al Cristo Trionfante. Nella mescolanza di stili il Figlio di Dio, ci appare in tutta la sua sovrana bellezza ora deturpata dalla violenza della crocifissione (come recita la scritta riportata sul cartiglio sopra il capo: Mors Christi dura monstratur in ista figura – “La morte di Cristo è svelata in tutta la sua durezza in questa effigie”).

Testi poetici si rifanno alla vicenda del Crocifisso di S. Domenico e alcuni di essi sono stati musicati da artisti locali diventando autentici inni popolari: l’“Ave, Re, è uno di essi ed è tuttora cantato a piena voce e con la sua struggente musicalità testimonia la profonda devozione al Cristo della gente lagunare. Chi volesse ascoltarlo, clicchi sul seguente indirizzo

http://www.youtube.com/watch?v=Swa89jb-qBs

Nel corso dei secoli quest’immagine ebbe grande diffusione perché, oltre ad essere riprodotta in santini ed immaginette devozionali, disegnata o fotografata, essa continua ad essere incisa nelle prue delle barche, nelle vele, nei capitelli delle calli e nei souvenir che vengono offerti ai numerosi pellegrini che giungono in quest’isoletta attaccata alla terraferma da un ponte in muratura, per testimoniare la loro fede.

5 risposte

  1. Rosalba

    Complimenti alla dottoressa Stillitano questa volta non ho sbagliato,per la stupenda descrizione di questa affascinante scultura riprodotta nei santini. Bello anche il filmato che fa vedere da vicino il volto di Cristo.
    Perché c’è il sole e la luna dietro al crocifisso nel santino moderno? Me lo sapete dire? Grazie.

    • Carmen Stillitano

      Grazie, Rosalba. Sole e luna presenti nelle raffigurazioni della crocifissione sono considerati i testimoni cosmici dell’evento salvifico. Inoltre sono i segni della duplice natura del Cristo. Il sole simbolo dell’eternità è la rappresentazione del divino; la luna è la metafora della vulnerabilità, provvisorietà e ciclicità temporale della vita umana.

      • Rosalba

        Grazie per la spiegazione.Mi sto accorgendo che i santini sono pieni di simboli.che vanno al di la della loro apparenza.

  2. bruno

    Carmen, non mi spiegavo la forma della croce diversa da tutte le altre, nè la grandezza della testa un poco spropositata rispetto al resto del corpo; come al solito sei riuscita ad allargare le mie conoscenze (ancora molto poche) in questo affascinante mondo dei santini.
    Grazie

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