I semi-manufatti, strumenti di devozione “privata”

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Come ho avuto modo di sottolineare più volte, il santino e l’immaginetta devozionale, nascono – dal punto di vista strettamente oggettivo – come prodotti industriali, rectius editoriali, che possono assumere la particolare funzione di oggetti devozionali, nel momento in cui essi entrano nella sfera intima del soggetto credente e devoto.

Il santino, inteso dunque come pezzo di carta uscito dalla tipografia e acquistato in un negozio, non ha nulla di sacro. Sacro è invece il soggetto che l’immagine raffigurata richiama, intesa come “prototipo” del soggetto rappresentato. Ma questo lo ha stabilito la Chiesa circa cinque secoli fa, nel corso del Concilio di Trento.

Parliamo di devozione privata quando vogliamo far riferimento specifico al sentimento religioso che rimane circoscritto alla sfera privata dell’individuo, in contrapposizione a una dimensione pubblica che si esteriorizza attraverso comportamenti che invece riguardano un gruppo o un’intera comunità di devoti.

Volendo ora analizzare questo concetto sotto l’aspetto filiconico, un esempio classico di “devozione privata” è dato dai cosiddetti semi-manufatti; vale a dire quelle immaginette create dall’inventiva del devoto, il quale le realizza attraverso un’operazione di collage, unendo pezzi diversi di derivazione industriale e non, che vengono modellati secondo esigenze private.

I motivi che potevano spingere il devoto a creare da sé queste immaginette possono essere i più vari: il gusto di realizzare un prodotto artistico (melius artigianale) a imitazione di quelli industriali/commerciali o, in alcuni casi, il ricorrere al fai-da-te per evitare di spendere soldi (ricordiamo che alcune immaginette avevano costi importanti).

Le immaginette (e non santini) che potete osservare sono appunto dei semi-manufatti realizzati da devoti italiani fra la fine del XIX secolo e i primi decenni del Novecento. Come potete notare, si tratta di collage composti da santini di produzione industriale con cornici manufatte di cartone decorate a mano. Per mia incapacità personale, non riesco a fare una foto decente che mostri come le immaginette abbiano parti mobili, di carta ovviamente, che consentano loro di restare in piedi da sole.

Certo, nulla a che vedere con manufatti d’eccellenza come canivet e paperolles, ma sicuramente un altro pezzo di storia.

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