Quello degli Ausiliatori è un gruppo di quattordici santi alla cui intercessione il popolo cristiano si rivolgeva e si rivolge ancora per essere protetto e aiutato in particolari situazioni. Secondo la tradizione essi sono:
- S. Acacio, contro l’emicrania e i tormenti dell’agonia;
- S. Barbara, contro i fulmini e la morte improvvisa;
- S. Biagio, contro il mal di gola;
- S. Caterina d’Alessandria, contro le malattie della lingua;
- S. Ciriaco di Roma, contro le ossessioni diaboliche e le tentazioni;
- S. Cristoforo, contro gli uragani e le pestilenze;
- S. Dionigi, contro i dolori di testa;
- S. Egidio, contro la pazzia e il panico;
- S. Erasmo, contro le malattie intestinali;
- S. Eustachio, contro i pericoli del fuoco;
- S. Giorgio, contro le malattie della pelle;
- S. Margherita di Antiochia, protettrice delle partorienti;
- S. Pantaleone, contro il deperimento organico;
- S. Vito, contro la corea (dal gr. χορεία “danza”) o ballo di s. Vito, la letargia, il morso di animali velenosi e l’idrofobia.
La loro devozione, espressione tipica della pietà popolare del medioevo che soleva riunire in una medesima commemorazione votiva parecchi santi ritenuti potenti presso Dio, nacque probabilmente in Germania e si intensificò durante le epidemie degli anni 1346-49 per poi diffondersi rapidamente in Svizzera, in Austria e in Italia al punto che per loro venne istituita una festa collettiva dalla Santa Congregazione dei Riti e papa Niccolò V dedicò ad essi una specifica ricorrenza: l’8 agosto, poi soppressa in seguito alla riforma post-conciliare.
Il loro culto però sopravvisse e sopravvive ancora in molte località (in Italia nella zona dell’Alto Adige) – perché poco importa se si nega l’evidenza/esistenza di ciò che ormai fa parte di noi, del nostro mondo interiore, della tradizione – ed ispirava ed ispira tanti artisti che si sono cimentati in pitture, affreschi, pale d’altare e sculture di questi santi ritraendoli in un unico scenario religioso o singolarmente, con i loro attributi caratteristici (provate anche voi, cari amici lettori e collezionisti ad identificarli nei santini che corredano questo testo).
L’elenco dei santi Ausiliatori tuttavia non fu ovunque identico. Ma cosa c’è all’origine di questo culto? Si direbbe una storia/ leggenda.
Era il 24 settembre 1445 quando un giovane pastore, Hermann Leicht, mentre conduceva il gregge in un territorio di proprietà dell’abbazia cistercense di Langheim, sulla strada del ritorno vide un bambino piangere, seduto su un prato. Il bambino ad un tratto scomparve, ma poco dopo riapparve con a fianco due candele accese. Passò un po’ di tempo e l’anno successivo, precisamente il 28 giugno 1446, il bambino manifestò la sua presenza nello stesso luogo, questa volta non più solo ma circondato da altri bambini ed aveva una croce rossa sul petto. Egli si rivolse allo stupito pastorello che lo osservava con aria interrogativa con queste parole: “Siamo i quattordici Ausiliatori e vogliamo che venga eretta una cappella dove i fedeli possano sostare in preghiera. Tu sei il nostro servitore e anche noi vogliamo essere tuoi servitori”.
L’eco di questa visione si diffuse e dopo pochi giorni avvenne il primo miracolo: una donna gravemente malata guarì per loro intercessione. Da allora ebbero inizio i pellegrinaggi dalle zone limitrofe e si decise di costruire una cappella che venne consacrata nel 1448. Tra i pellegrini accorsi si segnala anche la presenza di Albrecht Dürer e sua moglie (i collezionisti più esperti sapranno sicuramente di chi parlo) .
Nel corso della Guerra dei Contadini del 1524 la cappella fu distrutta più volte e più volte ricostruita fino a quando non vi fu eretta una chiesa nel 1543. Questa fu poi sostituita dall’attuale santuario di Vierzehnheiligen, commissionato dal vescovo di Bamberga a Balthasar Neumann nel 1743. Una moltitudine di persone dai dintorni e da regioni lontane confluì in quel luogo sacro per rendere omaggio ai santi e, grazie alle loro continue donazioni, il santuario si poté arricchire di stupendi capolavori ed elementi decorativi.
La basilica, che è uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti della Germania, cattura lo sguardo da chilometri di distanza ed è talmente imponente che svetta dal bosco nel quale è immersa, diventando punto di riferimento della valle e come un faro attira il credente che ha bisogno di affidarsi a qualcuno – meglio se può avere il sostegno di tanti- che accolga le sue preoccupazioni ed esaudisca i suoi bisogni fisici e/o spirituali. A mano a mano che ci si avvicina si può scoprire il caldo colore della pietra impiegata per costruirlo, il giallo che lascia il posto a un intenso arancio che sembra animarsi/illuminarsi alla luce del tramonto. Il santuario all’interno è rivestito da stucchi rococò ed affreschi che raccontano all’occhio attento di chi non si accontenta soltanto di vedere ma vuol anche andare oltre l’immagine, visioni e apparizioni; notevole l’altare arricchito con le statue dei quattordici santi ai quali è dedicato.
Il santuario per ciò che rappresenta appare quasi come un “Lumen Gentium”, un faro luminoso sul plumbeo orizzonte della nostra storia millenaria. Esso, in qualsiasi posto si trovi, umile o sfarzoso, ci interpella ponendo all’uomo e ad ogni cultura grandi interrogativi che hanno impegnato il passato ma che non smettono di proiettarsi verso il futuro. Non importa cosa ci spinga a varcare quella soglia, se la curiosità, la fede o l’amore per l’arte. Penetrando in esso come in qualsiasi altro luogo sacro, si può restare affascinati e invasi da quella «sobria ebbrezza» di cui parlano i mistici cistercensi. E’ come un incantesimo poter riuscire ad avvertire il pulsare di un’anima armoniosa il cui ritmo sembra prolungare, oltrepassare e sublimare il nostro stesso respiro di viventi e dare un senso alla frenesia del mondo ove è immerso e si erige. Una specie di magia sacra che si nutre di forme, di superfici, di volumi in espansione come se quest’organismo di pietra si dilatasse verso l’esterno per riempire lo spazio e poi si raccogliesse nel suo cuore che è l’altare verso cui tutto converge. L’altare, la parte più sacra, la ragione della sua esistenza e la sua stessa essenza.
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Gianluca
Interessante articolo. Complimenti a Carmen Stillitano. Una domanda, ci sono state variazioni nel corso dei secoli riguardo i componenti del gruppo dei Santi Ausiliatori?
Enzo
Sempre molto interessanti, e narrati con dovizia di particolari, gli articoli di Carmen Stillitano. Con il talento di giornalista indipendente Si noti ad esempio la descrizione nel parlare del Santuario che raggruppa i quattordici ausiliatori “Non importa cosa ci spinga a varcare quella soglia, se la curiosità, la fede o l’amore per l’arte”. Tra questi santi, quando scorrevo l’elenco, pensavo d’incontrare anche santo Sosso (Sossio o Sosio) del quale mia nonna mi parlava. Il santo è particolarmente venerato anche a Castro dei Volsci (Frosinone). Il popolo lo invoca efficacemente contro i mali delle ossa.
Fratel costantino
C’è anche san Rocco
Fratel costantino
Anche lui fa parte degli ausiliatori con i santi medici cosma e damiano
angela rotundo
A vedere la foto di questa Basilica è bello ma deve essere stupendo poterla visitare di persona. Bravissima Carmen e un grazie come sempre a Biagio
Carmen Stillitano
Intricata e ricca è la dinamica dei rapporti fra santi e malattie. Un’analisi sociologica della santità dimostra che tra il XIV e il XV secolo vi fu un’eccezionale diffusione di alcune malattie e a tali malattie vennero strettamente collegate alcune figure di santi. L’origine di queste connessioni si pone variamente ed esprime il passaggio da una richiesta di protezione generica ad una vera e propria specializzazione dei patronati. Fu nel Medioevo infatti che, con la compilazione di elenchi di santi ausiliatori, nacque anche l’usanza dei patronati. Nell’elenco originario i santi Ausiliatori era 14 e sono quelli elencati nell’articolo che fa specifico riferimento alla nascita del culto e che sono presenti nel santuario di Vierzehnheiligen come si evince anche dal santino/cartolina. Successivamente San Rocco, in alcune regioni sostituì san Pantaleone. Comunemente vengono indicati come Ausiliatori anche altri santi come: Sant’Agata, contro le malattie del seno; San Nicola di Bari, contro la carestia; Sant’Apollonia, contro i problemi dei denti; San Benedetto contro le malattie infettive; San Bernardino da Siena, contro il gioco d’azzardo… Santa Dorotea, San Pancrazio, San Sebastiano… ecc.. elenco lungo a quanto pare.
bruno
Nel leggere l’articolo, come al solito interessante e molto leggibile, mi ero posto la domanda…perché 14?…conoscendo altri santi ausiliatori, magari santi locali invocati contro qualche malanno…la risposta finale della Stillitano ha dissipato ogni mia perplessità….
Antonio
Il santuario è una struttura di notevole pregio artistico.Basti pensare alle statue dei 14 ausiliatori. Suggestiva è la descrizione che ne fa la Stillitano alla quale vanno i miei complimenti. È anche attraverso questi testi e queste immagini che la fede parla alle genti e si trasmette di generazione in generazione.