Sotto l’aspetto strettamente collezionistico, ciò che rappresenta il vero oggetto di collezione non è la reliquia in sé, che come sappiamo raramente troviamo certificata da una attestazione, bensì l’oggetto che la custodisce.
Se ci pensiamo bene, avviene lo stesso con le immaginette: a essere collezionati non sono i santi che esse raffigurano, bensi i pezzi di carta sui quali sono state stampate o dipinte le figure a essi attribuite.
La custodia, dunque, della reliquia si chiama reliquiario, può essere di diverso materiale e di vario formato. In base alla struttura e, soprattutto, alle dimensioni, i reliquiari si possono distinguere in due principali categorie:
- reliquiari da esposizione;
- reliquiari devozionali.
Il nostro interesse, ovviamente, è rivolto ai reliquiari devozionali, vale a dire quelli che venivano utilizzati per uso personale, per avere sempre accanto o addosso la reliquia, nella ferma convinzione che quel contatto potesse trasmettere al devoto le stesse virtù del soggetto cui apparteneva.
Al contrario: al collezionista poco importa se il pezzetto custodito e attribuito, per esempio, a San Giorgio sia autentico, e né se un santo di nome Giorgio sia veramente esistito. Al collezionista interessa appunto il reliquiario.
Sia chiaro: so benissimo che molti collezionisti di immaginette, come di reliquie, sono anche dei credenti; ma come ho sempre detto, il significato che ogni possessore di un oggetto religioso attribuisce a esso costituisce un discorso a parte, e non ha nulla a che fare con il collezionismo.
I reliquiari devozionali si possono suddividere in ulteriori tipologie:
- reliquiari a capsula;
- reliquiari a forma di croce;
- reliquiari a bustina.
I reliquiari a capsula (vedi foto in alto a sinistra) sono costituiti da una custodia metallica di forma tondeggiante o ovale, coperti da un lato da vetro o cristallo, per mostrare la reliquia. Quest’ultima è agganciata alla custodia mediante un filo di seta rosso (filo serico), a sua volta coperto da un sigillo del Postulatore impresso su ceralacca.
Una sottocategoria è rappresentata dai reliquiari “a medaglione” e da quelli “a pendente” (vedi foto in alto al centro). I reliquiari a capsula sono forniti di anello che serviva per appenderli a una catenina oppure a una spilla. In realtà ciò che distingue quelli a medaglione, e ancor più quelli a pendente, dai generici a capsula, è la qualità dei materiali e la ricercatezza sul piano estetico.
I reliquiari a forma di croce (vedi foto sopra) sono in tutto simili ai precedenti, eccetto che nella forma, a croce appunto. Questa era munita di un perno a vite che serviva a tenere unite le due parti della croce, cava all’interno, nella quale erano custodite le reliquie, con tanto di filo serico e sigillo.
I reliquiari a bustina (vedi foto sopra) sono caratterizzati da un piccolo foglio di carta, ripiegato, all’interno del quale è custodita la reliquia. Da un lato si trova la scritta che indica il tipo di reliquia e il soggetto sacro cui essa appartiene, dall’altro il sigillo in ceralacca o, in quelli non manufatti, su adesivo. Molti di questi si trovano privi di sigillo, in quanto realizzati personalmente dai devoti, di ritorno da pellegrinaggi.
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angela rotundo
Molto bello, io ricordo che al mio paese Gimigliano quando nasceva un bambino veniva messo addosso una bustina di velluto rosso sigillato perchè non era dato sapere il contenuto (di sicuro c’era un santino e altre cose) perchè proteggesse il neonato
Roberto
Faccio riferimento alla Sacra Tavola di S. Agata in Cremona. L’opera era ritenuta reliquiario . Ai quattro angoli della cornice che la contiene vi sono dei nastri rossi ca10 cm per 40cm attaccati alla cornice ed al vetro di protezione della Tavola. Furono messi in tempi prima 1700. Confermano che l’oggetto è un reliquiario. E’ lecito strapparli?