C’è un confine abbastanza sottile fra le immaginette religiose di meditazione e quelle che venivano usate per illustrare libri religiosi. Poteva capitare anche che una serie di immaginette fosse accompagnata da commenti spirituali, il tutto rilegato in un unico libro. Se le immagini erano particolarmente belle, per la raffigurazione o per l’eccellente esecuzione dell’incisione per esempio, non era raro che gli stessi venditori smembrassero il libro per venderle singolarmente: pensiamo alle incisioni del Martirologio del Callot o alle varie serie incise dai Fratelli Klauber.
Chiunque è appassionato di iconografia religiosa di piccolo formato, possiede almeno qualcuna di queste immaginette provenienti da libri religiosi, con la consapevolezza che non si tratta di immaginette devozionali, tantomeno di santini.
Come ho sempre ribadito, tagliare immaginette (incisioni o cromolitografie che siano) dai libri è da evitare, semplicemente perché si rovina il libro, che diventa del tutto inutile.
Detto ciò, non si può fare finta che il fenomeno non esista: esiste, e da sempre. E allora raccogliere queste immagini, soprattutto se appartengono a edizioni particolari, può diventare un’operazione importante, perché consente di salvare pezzi molto interessanti dell’arte stampata.
È il caso delle incisioni che accompagnano un celebre volumetto religioso, dal titolo Pia Desideria, pubblicato per la prima volta nel 1624 dall’editore Hendrick Aertssens. L’opera, corredata da 45 incisioni su rame eseguite dal fiammingo Boetius Adamsz Bolswert (1585-1633), porta la firma del padre gesuita Hermann Hugo (1588-1629). Le immagini ripercorrono le tre fasi della vita spirituale e si ispirano a diversi scritti sacri, in primis la Bibbia.
Come accennato, si tratta di una delle opere religiose più diffuse: basti pensare che fu pubblicata in ben 49 ristampe e tradotta nelle principali lingue europee. Le immagini che state osservando appartengono all’edizione tedesca del 1736. La prima edizione è ovviamente in latino.
Tre dunque i libri di cui è composta l’opera:
- Gemitus Animae poenitentis;
- Vota Animae sanctae;
- Suspiria Animae Amantis.
La tecnica figurativa è quella degli emblemi, molto utilizzati nella cultura iconografica dei gesuiti.
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