Sono moltissimi gli amici collezionisti che mi chiedono se sono in possesso di santini della Serie Isonzo, edita dalla casa editrice Egim di Milano. Rispondo di sì, non perché io ne sia collezionista, ma perché credo siano le immaginette più diffuse in assoluto in Italia. Probabilmente non c’è una casa, in Italia, in cui non vi sia qualche santino che porti la firma, il logo, della celebre casa editrice. È attribuibile certamente alla grande popolarità di questi santini, il successo che essi hanno fra gli appassionati di filiconia. Tutti possono raccoglierli e collezionarli: per iniziare, basta andare a sfogliare qualche libro di preghiera o a rovistare in qualche cassetto della mamma, della zia o della nonna, per chi ha ancora la fortuna di averla.
Raccogliere santini della Serie Isonzo è dunque un’operazione abbastanza semplice: si trovano facilmente e si possono scambiare altrettanto facilmente con i tantissimi collezionisti. Ma se è facile raccogliere, non lo è altrettanto collezionare. La prima questione da affrontare è la seguente: quanti sono i santini che compongono la Serie Isonzo? La risposta potrebbe sembrare scontata: il catalogo ufficiale della casa editrice porta come ultima immagine stampata, la numero 425 (San Pellegrino). Ma se si chiede a un “egimista” doc, quanti siano in realtà i santini della serie in questione, risponderà sicuramente che sfiorano il totale dei mille pezzi. Come si arriva a mille? Ci si arriva raccogliendo tutte, ma proprio tutte le immagini stampate dalla casa editrice in relazione alla serie, comprese le varianti iconografiche e le immagini errate.
Ma agli egimisti più convinti non basta raccogliere per immagine (comprese le varianti e gli errori): essi raccolgono anche in base ai loghi, ovvero i differenti marchi che la casa editrice ha utilizzato nel corso degli anni.
E qui iniziano i problemi.
Quanti e quali sono i loghi che ha usato la Egim nella stampa della serie Isonzo? Qualche tempo fa, il mio amico Demetrio Guzzardi, aveva creato un piccolo schema (immagine sopra a sinistra), con l’elenco dei loghi, partendo dal logo che si trova sull’edizione fustellata e poi individuandone altri quattro. Sennonché, sembra che non tutti seguano tale ordine: per esempio, c’è chi considera come primo logo quello che si trova stampato sulle fustellate, chi invece parte da quello successivo. La questione potrebbe anche risolversi, stabilendo quale dei due considerare il vero “primo logo”, se non fosse che in realtà i loghi sono più dei cinque identificati dall’ottimo Demetrio.
Per questo motivo, ho deciso di aprire una pagina apposita sul sito, dove si possono visionare tutti i loghi utilizzati dalla ditta Gariboldi, fino a oggi. Naturalmente, se qualcuno ravvisasse degli errori, può segnarli scrivendo una mail al sottoscritto.
La pagina relativa ai loghi Egim la trovate QUI, nella sezione “Dizionario di Filiconia”.
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DEMETRIO GUZZARDI
Grazie della citazione.