Lo sappiamo: le incisioni fiamminghe hanno un grande valore storico nella grande produzione dell’iconografia devozionale. Sì perché la storia delle immagini devozionali nasce proprio con i tipografi/incisori/mercanti di Anversa e dintorni, con le committenze da parte dei Gesuiti che provvidero a diffondere “la Bibbia dei poveri” in ogni angolo del pianeta da loro raggiunto, dalle Americhe al Giappone.
La produzione più preziosa è quella su pergamena. Quest’ultima aveva un costo molto più elevato rispetto alla carta: diciamo che la pergamena poteva costare anche fino cinquanta volte più della carta, che comunque aveva anch’essa un costo importante (parliamo di carta vergellata dei secoli XVI-XVIII).
Non solo. La carta era molto delicata, temeva (teme) l’umidità, le muffe e soprattutto non era riutilizzabile. Al contrario, la pergamena si poteva riutilizzare, bastava raschiare via la vecchia incisione con la pomice e stampare sopra una nuova figura.
C’era anche un altro modo di riutilizzare le incisioni: stampare sul verso bianco dei luttini, ovvero ricordi testuali di cari defunti. Nei primi decenni dell’Ottocento, nei Paesi Bassi, si diffuse in alcune città, del Belgio soprattutto, la pratica di stampare sul verso di “vecchie” immaginette – probabilmente rimanenze di magazzino degli editori attivi durante i due secoli passati.
Ne potete osservare due. Riporto l’immagine anche del verso che, come potete notare è utilizzato come ricordino funebre. Il che ne accresce il valore storico, trattandosi appunto delle prime tipologie di luttini.
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Mario Stefano
Davvero interessante!! Complimenti.