I cattolici: cristiani o mariani?

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Il culto per la Vergine Maria ha origini antiche: il dogma della cosiddetta “verginità perpetua” fu stabilito pochi secoli dopo la nascita del cristianesimo, ovvero nel 553, durante il secondo Concilio di Costantinopoli. Nel corso dei secoli la devozione popolare per Maria ha conosciuto uno sviluppo e una diffusione di dimensioni impressionanti, sfociata negli innumerevoli titoli con i quali è pregata in tutto il mondo. Quanti sono i titoli di Maria non lo sappiamo: basti pensare che solo quelli invocati nelle Litanie Lauretane superano i 50. Per non parlare di quelli generici, ai quali si aggiungono quelli dei culti locali. Insomma, un fenomeno che nessun “atlante mariano” (ne sono stati pubblicati diversi) è mai riuscito a definire con precisione e che non trova paragoni neppure nella figura di Gesù Cristo.

Qual è il motivo di questo amore sfrenato per Maria? Le analisi del fenomeno potrebbero abbracciare ambiti differenti, da quello psicologico a quello antropologico e culturale. Sotto l’aspetto strettamente popolare e devozionale il ricorso a Maria è sempre stato sentito come il modo più semplice per ottenere la benevolenza di Gesù, suo figlio che è anche Dio. Maria è la madre Gesù, ma è considerata la mamma di tutti i devoti. Una volta i ragazzini si rivolgevano alla mamma perché convincesse il papà… Ecco, il devoto si rivolge a Maria perché interceda presso il figlio, secondo la convinzione che “se non ci riesce sua Madre non può farlo nessuno”, neppure gli innumerevoli santi che stanno in Paradiso.

La ricchissima presenza di Maria nell’iconografia popolare conferma l’altrettanto enorme devozione che nei secoli il popolo dei fedeli le ha tributato, al punto che i protestanti – fra le altre cose – rivolsero ai cattolici, in senso dispregiativo e polemico, l’accusa di mariolatria.

Nel frattempo, le immagini che state osservando appartengono a una serie di xilografie su carta, dipinte a mano, realizzata agli inizi del XIX secolo da un anonimo incisore spagnolo. La rarità di esse deriva dal fatto che le stesse raccontano una celebre e antica antifona nota come “Salve Regina“.

Basta leggerne il meraviglioso testo, risalente al Medioevo, originariamente scritto in latino e attribuito a Ermanno di Reichenau, monaco e astronomo tedesco, meglio noto come Ermanno il contratto, probabilmente per la deformità del suo corpo e gli arti contratti appunto. Di seguito, il testo italiano

Salve, Regina/madre di misericordia/ vita, dolcezza, speranza nostra, salve./ A te ricorriamo/esuli figli di Eva;/ a te sospiriamo,/ gementi e piangenti/ in questa valle di lacrime./ Orsù, dunque, avvocata nostra,/ rivolgi a noi gli occhi/ tuoi misericordiosi./ E mostraci, dopo questo esilio, Gesù,/ il frutto benedetto del tuo seno./ O clemente, o pia,/ o dolce Vergine Maria!

Credo che ogni commento sia superfluo. Si può essere devoti o meno, credenti o atei, ma la bellezza dei versi e la profondità che traspare penso che non abbia paragoni.

Per i collezionisti: la serie completa è composta da 36 incisioni numerate, ciascuna con una diversa invocazione sul margine inferiore. Le misure sono di cm 6,5 x 5.

C’è una particolarità: la serie non si chiude con l’invocazione “o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria!” (incisione n. 29), ma vi sono ulteriori 7 immagini, che riportano il seguente testo:

“Ruega (n. 30) por nos (n. 31) S.ta Madre de Dios (n. 32) para que seamos (n. 33) dignos (n. 34) de los prometimientos (n. 35) de Jesu Cristo Amen (n. 36)

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