Il nome dei Koppe di Praga è noto ai collezionisti filiconici essenzialmente per le bellissime incisioni xilografiche colorate a mano e rese brillanti dalla vernicetta trasparente e gelatinosa.
Ma la ricchissima produzione dei nostri comprende una varietà di tipologie, che riflettono i gusti e gli stili dell’epoca, dal Biedermeier a quello sansulpiciano.
A questo proposito va detto che se quest’ultimo nasce e si sviluppa nel quartiere parigino intorno alla metà del XIX secolo, non bisogna pensare che le tecniche di stampa e di trattamento della carta, come la traforatura e l’impressione a punzone, siano state importate dai francesi.
Le prime immaginette traforate di cui si ha traccia a Praga risalgono ai primi decenni dell’Ottocento. Certo rispetto ai motivi esteticamente appariscenti e a tratti smielati dei sansulpiciani, le immaginette traforate praghesi appaiono piuttosto “rozze” e grossolane.
Ma guardiamo in maniera specifica alla produzione dei Koppe. Joseph Koppe realizza alcuni modelli di canivets meccanici, come quello in alto a sinistra, che risentono fortemente della tecnica per la quale è maggiormente conosciuto. Si osservi la figura centrale incisa e poi, ovviamente, cosparsa della solita vernicetta.
Ciò si vede ancora più chiaramente nell’immaginetta raffigurante Santa Rosalia (a destra).
Nel secondo periodo, quello caratterizzato dall’attività associata di padre e figlio, Joseph e Leopold, osserviamo dei tentativi di produzione più moderna, più al passo coi tempi potremmo dire, ma sempre secondo la tecnica a canivet meccanico.
Ora, i collezionisti di canivets meccanici francesi staranno facendo un sorriso ironico, pensando ai livelli raggiunti in questa tecnica dai vari Basset, Dopter, Bouasse Lebel e compagnia.
Senza dubbio ciò è vero sotto l’aspetto estetico, ma se guardiamo alla tecnica di stampa e alla qualità della carta, la famiglia praghese non sfigura affatto.
Il periodo di produzione di questi canivets meccanici si colloca a partire dagli anni 40, per proseguire fino agli anni 70 del XIX secolo, con la produzione di Alexander Leopold, figlio di Leopold e nipote del capostipite Joseph.
Qualche amico dirà che questo post difetta di obiettività e risente della passione del sottoscritto per tutto ciò che riporta la firma “Koppe”. Sarà anche vero, ma vorrei ricordare a tutti che gli editori praghesi – oltre ai Koppe, pensiamo anche ai vari Rudl, Hoffmann, Maulini, Pachmayer, Hora, etc. – riuscirono a produrre dei veri e propri capolavori, che hanno fatto la storia dell’iconografia religiosa di piccolo formato.
Per il resto, come dicevano i romani: de gustibus non est disputandum
Copyright (©) Tutti i diritti riservati
Gianluca Lo Cicero
Interessante come sempre. Come hai già premesso tu per quel che riguarda la resa estetica, i koppe non raggiungono a mio parere la minuziosa ed elegante teatralità della produzione sansulpiciana, si pongono ad un gradino ben al di sotto secondo questo aspetto. Pur riconoscendo la grandiosità delle loro incisioni, a mio parere, hanno forse trattato con superficialità la produzione di questa tipologia di stampa, forse per la concorrenza spietata dei vari Dopter, Basset e soprattutto Bouasse-Lebel che ha quasi dettato il monopolio assoluto, o forse per un minore interesse estetico. Per quel che mi riguarda continuerò ad apprezzarne la produzione incisoria… per la produzione dei canivet meccanici.. beh…spero di riuscire a ricredermi.