Chi è solito frequentare il sito di aste on line più famoso del mondo, Ebay, avrà senz’altro notato che i venditori spesso usano delle parole chiave per descrivere le immaginette messe in asta, per attirare quanto più possibile l’attenzione del potenzioale acquirente. Credo che dopo le parole “santino” e “holy card”, quella più utilizzata dai venditori è senza dubbio alcuno “canivet”. Il motivo è semplice e si basa sull’idea, sbagliata, che il collezionista di immaginette entri su ebay, senza sapere di preciso cosa cercare; per cui inserisce parole chiave che dovrebbero portarlo a osservare un determinato oggetto. Se poi quest’oggetto è, per antonomasia, il più “decantato” e quello ritenuto più prezioso, allora tutto appare chiaro. Sennonché, il più delle volte, il collezionista si accorge che il pezzo che sta osservando non è un canivet.
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
Con il termine canivet si fa riferimento specifico a una particolare tipologia di immaginetta religiosa, realizzata interamente a mano (dunque, un manufatto), generalmente negli ambienti conventuali femminili. Il periodo di diffusione va più o meno dagli inizi del XVII agli inizi del XIX secolo. In quest’ultimo periodo, in Francia, si assiste al dilagare del fenomeno delle immaginette religiose: Parigi diventa la nuova capitale europea nella produzione di santini e immaginette devozionali. Gli editori parigini, pur di catturare l’interesse di grandi e piccoli per le images pieuses, ne producono di ogni forma e tipologia: a edicola, a teatrino, con le paillettes, a sorpresa, etc. Ed è in questo clima che nascono anche i cosiddetti canivets meccanici, che si richiamano direttamente proprio ai canivets manufatti. Con una differenza evidente: quelli erano realizzati a mano interamente, dall’intaglio alla miniatura centrale; questi sono fatti meccanicamente.
Passando ora all’aspetto strettamente tecnico e collezionistico, il canivet meccanico non va confuso con la comune immaginetta applicata su fondo con i margini traforati a punzone, chiamata anche, impropriamente, “merlettata”. Il canivet meccanico si riconosce dal fatto che l’intaglio (meccanico) costituisce un tutt’uno con la figura rappresentata.
Esaminiamone uno da vicino. Quello della foto sopra.
Come si può notare, qui a sinistra, l’incisione siderografica non è stata applicata sopra il fondo, con un altro pezzo di carta, ma costituisce parte di esso. In pratica, il canivet meccanico nasce tale nel procedimento di stampa. In caso contrario, dal punto di vista collezionistico, non avremmo parlato di canivet meccanico, ma di una siderografia o cromolitografia applicata su fondo, con i margini traforati a punzone, come già detto.
Ma c’è ancora un altro elemento, che contraddistingue chiaramente il canivet meccanico dalle altre produzioni simili: l’intaglio (meccanico) è realizzato seguendo dei motivi decorativi. Nel caso specifico, osservate i due particolari decorativi dell’intaglio. Nella parte superiore della cornice, si nota un Gesù Bambino che regge il mondo, sovrastato dalla croce, con la mano sinistra.
Nella parte inferiore, possiamo osservare invece un’altra scena (a sinistra), con un ulteriore personaggio.
In pratica, la miniatura del canivet manufatto qui è sostituita dall’incisione, mentre all’intaglio manuale si sostituisce quello meccanico.
L’immaginetta in questione è stata pubblicata dall’editore Gaspard di Parigi, intorno alla metà del XIX secolo e misura mm 72 x 112.
Una nota, infine, per comprendere meglio l’iconografia. L’immaginetta fu stampata per l’Opera della Santa Infanzia, fondata a Parigi nel 1843. Scopo dell’Associazione era quello di diffondere fra i fanciulli la devozione a Gesù Bambino, ma soprattutto di concedere ai bambini infedeli (appartenenti cioè a un’educazione non cristiana) il Battesimo e il riscatto, facendoli diventare dei perfetti cristiani. Non a caso il titolo dell’immaginetta è Rachat des enfants infideles (Riscatto dei bambini infedeli). La rappresentazione vede due Gesuiti, in un paese orientale, che pagano il riscatto di alcuni bambini a una donna del luogo. Argomento interessante e senz’altro da approfondire.
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antonio d'errico ramirez
Analisi esaustiva ed utile a ben capire la differenza.
Gianluca Lo Cicero
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