Sono parenti prossimi dei santini – e sottolineo “santini” e non immaginette devozionali, come spiegherò fra breve – e generalmente hanno una struttura molto semplice: le immagini sacre stampate sulla copertina (prima e quarta) e il calendario nelle due pagine interne.
I calendarietti religiosi si inseriscono nell’ambito più generale della produzione di calendarietti tascabili, nati come mezzi pubblicitari e/o di informazione: dalla vendita di cioccolata a quella dei medicinali; dai dolciumi ai profumi. I più famosi, in ambito collezionistico sono certamente i più pruriginosi calendarietti da barbiere.
La loro funzione specifica era quella – uso il verbo al passato perché oggi non si usano quasi
più, sostituiti dai più efficienti smartphone – di rappresentare una sorta di agendina, nella quale però non era necessario scrivere nulla, visto che per la maggior parte dei fruitori i giorni si dividevano in due categorie: quelli in cui si lavorava e quelli festivi.
In realtà, anche oggi è così, ma le nostre giornate sono molto più “complicate”.
Accennavo ai calendarietti da barbiere, nei quali trovavano posto varie tematiche, fra cui
le immagini di donnine nude, che andavano per la maggiore.
E forse fu anche per fare concorrenza a quest’ultima tipologia che nacquero i calendarietti religiosi, i quali, presentavano la duplice funzione di calendario, con i santi festeggiati dalla Chiesa giorno per giorno e con l’indicazione delle festività; e le immagini del santo, della Madonna o di Gesù, che dunque – come un santino – potevano essere portati addosso, nella borsa o nel portafogli, perché dessero la loro protezione fisica e costante.
Inutile dire che la produzione è molto varia: dai più semplici a 4 pagine a quelli più elaborati, a 12 pagine.
Fra quest’ultimi, voglio segnalarvi un calendario del soldato del 1941 – XIX anno dell’era fascista: un misto di sacro (l’immagine di Gesù, della Venerabile Maria de Mattias e del Beato Gaspare del Bufalo) e profano (nelle due pagine centrali, le foto in primo piano di Vittorio Emanuele III e Benito Mussolini).
Vengono indicate le feste religiose, quelle nazionali e quelle militari, oltre alle tariffe postali. E naturalmente l’immancabile preghiera del soldato e un elenco di 4 “consigli”, fra cui quello di riconoscere le grandi doti del Duce d’Italia.
Per il momento concludo qui, ma se l’argomento vi interessa, ci sarà modo per pubblicare immagini e curiosità sulle varie tipologie.
Un’ultima nota: oggi si possono ancora reperire abbastanza facilmente e a prezzi abbordabilissimi, che vanno dai 2,00 agli 8,00 Euro, anche quelli della prima metà del Novecento. Rari, e naturalmente più costosi, invece quelli più antichi.
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rotundo angela
Molto interessante come al solito grazie tante.
Pietro Paglia
Ho un calendarietto santino del 1936 ( Giovanni Russo , Napoli ) , il quale corrisponde all’anno in corso , non solo per le festività ( Pasqua 12 aprile ) , ma anche per le disgrazie ( oggi guerra al coronavirus , in quell’anno guerra d’Etiopia ).Quando si dice corsi e ricorsi storici ! Pietro P.