Per anni gran parte della storiografia ha tratteggiato la figura dei briganti meridionali postunitari, come dei rozzi ignoranti, feroci e sanguinari banditi, fuorilegge e senza Dio. Ignoranti lo erano, ma come gran parte della popolazione italiana dell’epoca (nel 1870, il tasso medio di analfabetismo in Italia era intorno al 70%); feroci e sanguinari lo divennero per contrastare gli occupanti (a quanto pare i tanto celebrati Mille di Garibaldi si rivelarono, in parte, spietati “avanzi di galera” con il compito di massacrare e saccheggiare intere popolazioni). Per capire se fossero dei “fuorilegge”, bisognerebbe anche chiarire quale fosse, per gli stessi, la legge da rispettare: quella del Regno delle Due Sicilie (loro Stato di appartenenza) o quella del neonato, e imposto, Stato unitario?
Quanto alla definizione di “senza Dio”, è necessario riflettere un momento. Senza voler infilarmi in una polemica – che ormai da alcuni anni vede diverse verità contrapposte, su ciò che fu davvero il Risorgimento – va detto che i cosiddetti briganti (per alcuni semplicemente dei partigiani e resistenti) erano degli uomini molto religiosi. La loro religiosità era esattamente quella popolare, tipica dei loro paesi di appartenenza, con i quali essi mantennero sempre un legame forte e costante. Tale legame comprendeva anche la devozione per il santo patrono o quella particolare per un determinato santo, eletto a proprio protettore. Non era strano che molti di loro portassero addosso delle medagliette religiose o dei santini benedetti, affinché ricevessero una speciale protezione, soprattutto durante i combattimenti (nei racconti popolari, non è raro sentire storie di “briganti” salvati dalle pallottole, grazie a un santino).
Come fu dimostrato anche in alcuni processi celebrati all’epoca, sembra che i briganti non furono dei rifiuti della società. Al contrario, con la comunità di appartenenza avevano un rapporto molto profondo, tanto da essere considerati “fratelli” ed essere costantemente presenti nelle preghiere di amici, familiari e compaesani. Significativa appare, in proposito, una preghiera recitata in alcune zone del Sud, riportata nell’interessante volume Brigantesse: donne guerrigliere contro la conquista del sud (1860-1870) di Valentino Romano
Vergine Immacolata, io non ti crederò più Vergine
Se tu subito non farai tornare
Gli adorati sovrani Maria, Sofia e Francesco.
I nostri fratelli briganti, in varie province d’Italia riportano la vittoria
e sempre la riporteranno
perché combattono contro il Re Usurpatore.
La Madonna dovrà farci il miracolo di vedere
Cacciati fuori dal Regno gli usurpatori.
La venerazione particolare per la Vergine era tanto sentita nei paesi di appartenenza, quanto nelle bande che si nascondevano sui monti, nei boschi e in altri luoghi dove potevano sentirsi più al sicuro. L’impossibilità poi di partecipare alla messa o di entrare in una chiesa a pregare la Madonna o il Santo Protettore era molto sofferta. Né sui monti o in altri nascondigli vi erano preti che potevano soddisfare i loro bisogni spirituali, e non perché la Chiesa fosse contro; anzi gran parte del clero vedeva con grande favore la rivolta.
A sostituire i sacerdoti erano le donne, le brigantesse, che esercitavano il ruolo di “sacerdotesse”. Non che le stesse celebrassero messa. Più che altro organizzavano dei raduni, durante i quali venivano esposte delle immagini devozionali, mentre la brigantessa recitava il rosario, indossando e facendo indossare lo scapolare della Madonna del Carmine.
Il culto mariano era dunque molto sentito, in particolare per la Madonna del Carmine, verso la quale – come si legge in alcune testimonianze riportate nel libro Storia politico-militare del brigantaggio nelle province meridionali d’Italia di Angiolo de Witt – nutrivano una speciale devozione.
Si può pensare che tale particolare devozione per la Vergine del Carmine fosse dovuta non soltanto a ragioni storiche (tale culto nelle popolazioni del Meridione ha radici antichissime), ma anche per il “potere speciale” che veniva riconosciuto a Maria nell’intercedere presso il Figlio, perché si mostrasse misericordioso al momento della morte di questi suoi figli.
Una delle raffigurazioni più note della Madonna del Carmine vede infatti la Vergine accanto alle anime del Purgatorio. I briganti erano consapevoli che, per la loro causa, rischiassero la dannazione eterna. Tuttavia, erano altrettanto convinti che quella di liberare i propri territori dall’occupazione straniera fosse una giusta causa. Si affidavano pertanto alla Madonna, sperando che al momento della morte, essi potessero essere destinati non all’Inferno, ma a espiare le proprie colpe nel Purgatorio. Nelle loro preghiere erano, anzi, convinti che la Madonna stesse dalla loro parte, contro gli usurpatori.
Che le popolazioni del Sud considerassero i Savoia e Garibaldi degli usurpatori non è mai stato un segreto. Ai libri di scuola, nei quali Garibaldi veniva celebrato come un eroe, si contrapponevano i racconti e gli usi del popolo. Nel dialetto del mio paese di origine, per esempio, si utilizzava il termine “zì peppo” per indicare il vaso da notte.
Ebbene, provate a indovinare chi fosse zì peppo (zio Giuseppe).
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angela rotundo
Come sempre molto interessante grazie
Demetrio Guzzardi
La “sporca guerra” come fu chiamata l’Unità d’Italia… vedeva da una parte la Massoneria con il solo intendo di conquistare ROMA per toglierla al papa e dall’altra le forze che si opponevano a questo disegno… in primis la Chiesa. L’Unità d’Italia fu contrastata da parte cattolica appoggiando i patrioti (così venivano chiamati i briganti), in modo particolare i frati cappuccini erano in prima linea; ma questa “insorgenza” (un termine che viene sempre più utilizzato) era già stata messa in atto nel Sud, quando erano giunti all’inizio dell’Ottocento le truppe napoleoniche. Religione e politica… ieri oggi e domani.
Gian Piero Pacini
Pregevole sintesi, da un angolo visivo interessante per capire il ruolo, le scelte ed il comportamento dei cittadini del meridione d’Italia, costretti a prendere atto che l’unità promessa non giovava a loro ma a quelli che si dimostravano degli occupanti. Sarebbe interessante approfondire l’analisi per aiutare la divulgazione di una interpretazione di una fase storica più aderente alla realtà ed agli interessi savoiardi, inglesi e massonici.