Alcuni cultori ritengono che le immaginette religiose appartengano all’ambito delle stampe popolari e che, pertanto, è assolutamente superfluo parlare di filiconia. Tale opinione, tuttavia, non considera che il settore del collezionismo filiconico è molto più vasto, rispetto a quello, importantissimo ma troppo specifico, delle stampe.
La stampa, seppure nelle sue numerose applicazioni, è infatti soltanto una delle tecniche di produzione delle immaginette, ma non la sola. Il collezionismo filiconico è costellato di varie tipologie. Vediamo quali.
- Produzione a stampa (tecniche calcografiche, litografiche, fotografiche, fotomeccaniche, digitali);
- Manufatti conventuali (canivets, miniature, paperoles);
- Manufatti devozionali (reliquiari di carta, paperoles, intagli a collages, piccoli calvari);
- Semimanufatti e collages conventuali (Bambini Vestiti, Immaginette Vestite).
È evidente che le tecniche di stampa costituiscono la maggior parte dell’intera produzione. Ma, come accennato, non si può attribuire una categoria, basandosi esclusivamente su una caratteristica, seppure prevalente.
Una tipologia molto apprezzata è quella dei Bambini vestiti. La definizione si riferisce a dei semimanufatti, realizzati con un collage di materiali, che raffigurano Gesù Bambino in fasce e contornato spesso (ma non necessariamente) da un motivo a forma di culla. Il Bambino presenta di solito il volto, e in alcuni casi le mani, in stampa (ritagliata da un’immaginetta), mentre il corpo è coperto da un “vestito”, realizzato in stoffa (velluto, raso, seta) e con applicazioni di altri materiali (carta stagno,lustrini metallici, madreperla).
Le immaginette che vi propongo di osservare appartengono alla tipologia appena descritta, sono di produzione italiana (probabilmente toscana) e risalgono alla metà del XIX secolo. Il loro stato di conservazione è praticamente perfetto, il che – come sappiamo – è abbastanza raro con riferimento a pezzi simili, considerata la loro estrema delicatezza.
Come avrete già notato, due presentano lo stesso stile: il Bambino vestito non è inserito in una culla, bensì ha per cornice uno straordinario intaglio, con la classica punteggiatura ad ago. L’intaglio richiama motivi simbolici della Passione, come il Calice, il gallo, la scala, etc. È altresì evidente che furono realizzati dalla stessa mano, probabilmente in ambiente conventuale.
L’altro (in alto a sinistra), dello stesso periodo, ha invece lo stile e la struttura classica di questa tipologia: il Bambino, con viso e mani in stampa cromolitografica, ha un vestito in raso, con ricami ed è applicato su una cornice ritagliata e punteggiata ad ago.
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Gianluca
Ottimo lavoro, come sempre. Affascinanti i porta-infante nella loro apparente semplicità che racchiude una devozione molto intima e materna.
angela rotundo
sembra superfluo fare sempre i complimenti ma quando ci vogliono ci vogliono