Il problema principale per un collezionista filiconico è quello del reperimento dei pezzi mancanti alla propria collezione. Dove si possono trovare? E, una volta trovati, quale sarà il loro prezzo giusto?
La questione non è di facile soluzione. Come ho già scritto in mille occasioni, il mercato della filiconia è tuttora una vera e propria giungla, con venditori che hanno scoperto che con il commercio dei santini si possono ottenere guadagni significativi. Soprattutto perché, in molti casi, il loro investimento è pari a zero: ad alcuni è bastato cercare nei cassetti delle nonne e delle vecchie zie.
Le cause di questo fenomeno vanno cercate nella scarsa conoscenza di molti venditori (non tutti per fortuna!), i quali propongono i loro pezzi a dei prezzi che non hanno alcuna ragione d’essere.
Qualche giorno fa, per esempio, mi sono visto offrire delle incisioni dei Koppe di Praga – mediamente venduti fra i 25 e i 39 Euro – a prezzi fino a dieci volte superiori.
Sul solito sito di aste on line si possono trovare immaginette, neppure integre, a prezzi che farebbero girare la testa anche a un gioielliere, offerte cioè a diverse migliaia di euro.
Sui mercatini dell’antiquariato la situazione non è tanto diversa. Una ventina di giorni fa un venditore voleva vendermi 30 cromolitografie al prezzo di favore di 200,00 Euro.
Potreste dire che in fondo il prezzo non era poi così scandaloso: 200/30=6,60 circa. Peccato che si trattasse di riproduzioni, il cui valore reale si aggirava attorno ai 50 centesimi. Inutile farlo notare al venditore, il quale mi giurava che lui le aveva comprate a 150,00 Euro e che pertanto il suo guadagno era minimo e ben giustificato. Sai com’è: il capitale versato, i soldi della benzina, quelli versati al Comune per mettere il banchetto. Alla fine, cosa resta?
Dopo avergli fatto una piccola lezione su come riconoscere una vera cromolitografia da una riproduzione, irritato il venditore mi salutava, assicurandomi che avrebbe avvertito i prossimi acquirenti che si trattasse di riproduzioni. Figuriamoci!
Come ci si può tutelare da un mercato selvaggio che ancora sta cercando una regolamentazione?
Non esiste una formula magica, ma si possono seguire alcune regole di comportamento, che possono evitarci di incorrere in facili trappole. Vediamole.
1) Conoscere ciò che si compra. Informarsi prima, facendo una ricerca sui cataloghi, sui siti o chiedendo anche agli amici collezionisti, può risparmiarci di fare acquisti infelici.
2) Comprare da venditori sicuri e affidabili. Sia che si compri su internet, sia che ci si rivolga a un venditore fisico (cioè reale e non virtuale), è bene assicurarsi che si tratti di una persona affidabile. Per quanto riguarda gli acquisti on line, facciamo attenzione ai feedback negativi e soprattutto preferiamo i venditori che consentono i pagamenti mediante PayPal. Per quanto riguarda invece i venditori fisici, informiamoci bene sul loro conto, magari chiedendo a un amico che ha già comprato da loro.
3) Diffidare dei prezzi molto bassi. Certamente è sempre possibile fare il cosiddetto affare, ma tenete presente che il venditore, anche quello più ignorante, cerca di informarsi prima su quanto può ricavare da ciò che intende vendere. Se pensate che il prezzo sia irrisorio rizzate le antenne e osservate bene l’oggetto.
4) Osservare bene i pezzi. Osservate i pezzi che intendete acquistare, magari usando una lente. Se non l’avete con voi, chiedetela al venditore (generalmente quelli seri ne hanno sempre una a disposizione). Le incisioni e le cromolitografie originali si riconoscono facilmente dalle riproduzioni: se occorre, portatevi appresso un esemplare della vostra collezione e confrontatelo.
5) In caso di dubbio persistente, lasciate perdere l’acquisto.
Se volete raccontare una vostra esperienza negativa, nel caso vi sia accaduta, postate pure il vostro commento.
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