Un posto di rilievo, nell’ambito della storia dell’iconografia devozionale popolare, occupano le litografie napoletane stampate fra la metà del XIX secolo e gli inizi del XX.
Fra gli stampatori più illustri, un nome spicca particolarmente, a identificare una famiglia, gli Scafa, che ebbe come capostipite Francesco, operante già nei primi decenni dell’800 nella capitale partenopea al numero 117 di Via San Biagio dei Librai.
Quasi inesistenti le notizie su questo incisore/litografo che iniziò appunto la sua attività con la stampa calcografica di soggetti religiosi e non (sono note alcune vedute di Napoli recanti la sua firma), passando all’impiego della nuova tecnica, la litografia, dopo la metà del secolo.
A partire dagli anni 80, proseguirono l’attività, probabilmente i figli, Gaetano e Pasquale, come dimostrerebbero alcune stampe che portano la firma Fratelli Scafa, in San Biagio 109.
Basandoci esclusivamente sulla testimonianza documentale delle litografie osservate, è ipotizzabile che i due fratelli a un certo punto avessero preferito dividersi, pur continuando entrambi l’attività di litografi, ma in due posti diversi – anche se vicini – della città, spostando Gaetano la sede della tipografia al numero 107 della medesima S. Biagio dei Librai, e Pasquale al Vico Nilo n. 17.
Le litografie degli Scafa ebbero una larga diffusione soprattutto nel meridione, nell’ex Regno delle Due Sicilie. Non a caso abbondano i soggetti religiosi stampati per ordine di committenti locali meridionali.
Le litografie sono stampate su carta sottile ed “economica”, e proprio per questo motivo molto fragile, di diversi formati e dimensioni. Alcune litografie sono colorate, acquarellate a mano.
La reperibilità di queste litografie purtroppo non è delle più facili, soprattutto in condizioni ottimali, il che ha fatto inevitabilmente lievitare le quotazioni sul mercato.
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