In ambito filiconico gli Agathazettel – lett. dal tedesco “foglietto di Agata” – appartengono all’omonima tipologia e sono piccole strisce di carta, di circa cm 8,3 x 3,5, su cui si trova stampata l’immagine della santa catanese, con una formula scritta a lato che, generalmente, recita: Mentem Sanctam Spontaneam, honorem DEO et Patriae liberationem – Sancta Agatha Ora pro nobis. La traduzione corrisponde all’italiano Mente Santa, spontanea, onore a Dio e liberazione della Patria.
L’iscrizione pare derivi dall’interpretazione della sigla MSSHDEPL, incisa su una tavoletta di marmo che un giovane nobile depositò nella tomba al momento della sepoltura della Santa. Secondo lo storico medioevale Guglielmo Durando, invece, la tavoletta con l’iscrizione fu deposta accanto al corpo esanime e torturato della santa da un Angelo.
Un fatto è certo, la celebre frase fu utilizzata negli Agathazettel come invocazione nei riti che i devoti della santa svolgevano per ottenere la Sua protezione dal fuoco. Il rito, officiato da un sacerdote, si svolgeva generalmente durante la festa in onore della santa e iniziava con la benedizione dei pani
Benedictio Dei omnipotentis: Patris et Filii et Spiritus Sancti,
atque intercessio S. Agathae virginis & martyris
descendat et maneat super hos panes,
et super omnes ex eis gustantes.
Per Christum Dominum nostrum. Amen
Dopo la benedizione dei pani, che avveniva con acqua benedetta e incenso, si passava alla Benedictio Schedularum (Benedizione delle Schede). Tuttavia, prius scribantur super parvas Schedulas sequentia versa (“prima si scrivono sulle piccole schede i seguenti versi”):
Mentem sanctam + spontaneam + honorem
Deo + et Patriae liberationem
ignis a laesura, protege nos Agatha pia.
Le schede ricevevano quindi una benedizione speciale, di cui trascrivo soltanto alcuni passi più significativi:
Omnipotens sempiterne Deus, qui meritis B. Agathae virginis et martyris tuae, apparitione Angelica tabulam marmoream hoc versiculo inscriptam: (Mentem sanctam spontaneam, honorem Deo, & patriae liberationem) ad caput eiusdem V. & M. tuae potuisti: quam populus paganus contra irrumpentem ignem adhibuit, eumque fugavit et illesus permansit […] ut populus tuus fidelis precibus et intercessione eiusdem virginis et martyris tuae Agathae fugare possit et fugere nocumentum omne et periculum non solum ignis temporalis, sed ignis aeternalis. Et in quocumque loco affixae fuerint hae benedictae et signo S. Crucis + tuae insignitae schedulae, eundem ab omni, incendio praeservent […] Per Dominum nostrum. […]
Quando scoppiava un incendio, le schede benedette venivano attaccate a una pietra e con gran fede venivano gettate nel fuoco.
Tornando alla filiconia, si comprende benissimo la rarità di pezzi del genere, che venivano realizzati con lo scopo preciso di essere bruciati.
Grazie ai “soliti” tedeschi, molti di questi piccoli documenti si sono salvati dalla distruzione, tanto che oggi vengono definiti ovunque con il termine tedesco Agathazettel.
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angela rotundo
stupendo,non avevo mai sentito parlare del termine agathazettel grazie
Agostino de Santi Abati
BENE completiamo questo articolo dando il vero significato del termine MSSHDEPL che traslitterato in ebraico sarà
מששהדפל
dando origine alla frase
משש הד פל
(naturalmente la lettura va fatta da destra verso sinistra)
Mashash hed Pel il cui significato è il seguente
SENTIRE L’ECO (inteso come vibrazione) PER METTERE FINE
mentre il termine Agathazettel in ebraico diventa
גת הצטל.
traslitteriamo diventa GAT WETZEL che dà origine alla frase GAT WET ZEL con il significato di
LA STAMPA BAGNATA (inchiostrata) CAMPANA (che protegge).
Gianluca
Bellissimo articolo riguardante un ramo che oserei dire “esoterico” dei santini. Il soggetto poi mi riguarda in prima persona visto che da catanese S.Agata è considerata come una vera e propria protettrice, oltre che sorella e madre. Aggiungo anche un altro acronimo che in alcuni di questi zettel comprare, ovvero NOPAQUIE, che significa NOLI OFFENDERE PATRIE AGATHE QUIA ULTRIX INIURATUM EST, e che viene tradotto in Non Offendere la patria (città) di Agata poiché Essa vendica le offese ricevute. Terribile monito apparso sul breviario di Federico II di Svevia in procinto di decimare la città di Catania, che da anni resisteva, subito dopo la conquista della stessa.