Fior di virtù: pregi e difetti degli uomini.

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Apparso per la prima volta intorno alla fine del XV secolo, questo libretto è un trattatello morale di sole 64 pagine in formato in-sedicesimo rivolto all’educazione di fanciulli e adulti. Il titolo completo, come appare nel frontespizio è FIOR DI VIRTU’ – Istoriato – Utilissimo a’ fanciulli, e ad ogni Fedel Cristiano – Con un Capitolo in Rima in Lode della Gloriosa VERGINE.

Quella che vi presento è una riedizione risalente ai primi decenni del XVIII secolo, pubblicata a Lucca per i tipi della Tipografia di Savatore e Giandomenico Marescandoli. Di autore anonimo – qualcuno lo attribuisce a Fra Tommaso Gozzadini di Bologna – parla delle virtù e dei vizi umani, di come coltivare le prime e come sfuggire ai secondi.

Al suo interno sono presenti delle piccole xilografie che illustrano il testo: nulla di particolarmente artistico, sia chiaro, ma proprio per questo ancora più interessante. Le xilografie hanno la forma di piccole vignette, come fossero fumetti muti.

Il testo del libro è ancora più interessante, perché esprime le idee tipiche dell’epoca, non solo sulla morale ma anche sulla natura dell’uomo e degli animali. Per citarne qualcuna: nel trattare la virtù della giustizia, ad esempio, l’anonimo autore la paragona al “Re delle Api, il quale ordina e dispensa le cose con ragione, perché certe Api sono ordinate di andar per fiori per fare il mele; altre sono ordinate per lavorare il mele; altre sono deputate ad accompagnare il Re; ed altre ordinate a combattere“.

Avrete subito capito che all’epoca si credeva ancora che a capo dell’alveare ci fosse l’Ape Re e non, come fu poi spiegato, da lì a poco, l’Ape Regina. A scoprire che il Re delle Api aveva le ovaie – e dunque era una femmina – fu l’entomologo olandese Jan Swammerdam, che aveva fatto questa scoperta già nel 1669, ma dato che morì nel 1680, solo in uno scritto pubblicato postumo nel 1737, dal titolo Natura Biblia, si apprese la preziosa rivelazione. E il libretto in questione, essendo degli inizi del Settecento, non poteva ovviamente riportarla.

Fra i vizi, è condannata ovviamente la crudeltà, paragonata al “Basilisco”, serpente mitologico qui presentato come una creatura reale: “Si può assomigliare il vizio della crudeltà al Basilisco, ch’è un serpente, che uccide solo con lo sguardo, e mai non è in lui misericordia alcuna; e se non può trovare altro da attaccare, gli fa seccare gli alberi, e l’erbe, che gli sono intorno col suo crudelissimo fiato“.

Altre creature mitologiche vengono mostrate come esseri reali, o almeno così appare nel testo: per esempio le Sirene (vizio delle Lusinghe) o il Liocorno (Intemperanza).

Ma il testo più interessante a mio parere è quello che riguarda le donne. In proposito l’autore presenta delle tesi a favore e delle tesi contro. Non starò a riportarvi tutto il “sermone”. Per esempio, a favore, sono riportate alcune massime di Salomone: “Chi trova la buona femina, trova bene e allegrezza“; “la femina ch’è buona, è corona del marito, onor di casa sua“; “la femina, si può dire che è il quinto Elemento dell’uomo, e se le donne non fossero; invecchierebbono tutti gli uomini, e perirebbe il mondo“. Insomma, mica è detto che la donna (la femmina) dev’essere per forza un essere negativo, come pensano alcuni. Salomone – sempre lui – dice: “meglio sarebbe di abitare con leoni, e dragoni, che vivere con femine iraconde“; “per la Femina venne il peccato, e per quella tutti moriamo“. Dice ancora che “di cento uomini, ne ha trovato un buono, e di mille Femine non ne ha trovata nessuna buona“; e ancora: “non conversare con Femine, perché siccome da vestimenti nasce la tarma, così dalla Femina nasce l’iniquità“; e infine: “se la Femina avesse signoria sopra il Marito, farebbe ogni male“.

L’elenco delle tesi contro le donne è lunghissimo, ovviamente. L’autore cita scrittori anonimi (“tre cose scacciano l’uomo di casa: il fumo, la casa mal coperta, e la rabbiosa Femina“) e altri noti, come Ippocrate, Platone, Omero e Sallustio, tutti con idee carine nei confronti delle donne. Ovviamente, da queste negatività è esclusa la Vergine Maria.

Insomma, la donna nella migliore delle ipotesi è una buona compagnia per il marito padrone, nella peggiore una sciagura.

Non si può fare a meno di osservare che anche i cattolici timorati di Dio, in passato, odiavano le donne. Ma forse dire “in passato” non è proprio esatto. Solo nella nostra Italia, nel 2024 vi sono state ben 34 vittime di femminicidio. E quest’anno non è iniziato meglio: ad oggi si contano ben 8 femminicidi in poco più di un mese.

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