Il suo nome da nubile probabilmente non dice nulla a nessuno. La troviamo menzionata nei dizionari biografici nella voce relativa a Giosuè Carducci, suo marito, che sposò il 7 marzo 1859.
Dal poeta delle Odi Barbare, che amò in maniera incondizionata, non senza dolore (sono noti i vari tradimenti che ella dovette subire, in particolare la relazione con Carolina Cristofori Piva), ebbe quattro figli, un maschio, Dante – morto precocemente, al quale Carducci dedicò la celebre “Pianto Antico” – e tre femmine: Beatrice (Bice), Laura e Libertà.
Elvira aveva conosciuto il futuro marito nel 1849, a Firenze, dove frequentava l’Istituto degli Scolopi. Non sono in grado di tracciare un profilo, considerate anche le scarse notizie esistenti sul personaggio, né questa è la sede più adatta.
Da quello che ho potuto apprendere, fu una donna molto legata al suo ruolo (tradizionale) di moglie e soprattutto di madre. Trascorse le sue giornate dedicandosi alla casa, all’educazione delle figlie e, quando il tempo glielo consentiva, ai lavori di cucito. E poi aveva un’altra passione: collezionare immaginette religiose.
Le sue immaginette sono state raccolte in un album – forse creato successivamente da Padre Renato Santi (1880-1986), studioso appassionato del Carducci – oggi di proprietà della Fondazione del Monte di Bologna, che ringrazio sentitamente per l’autorizzazione concessami alla pubblicazione di alcuni esemplari, che potete qui osservare.
Va precisato che la raccolta si compone di 106 pezzi, inclusa qualche cartolina, la maggior parte dei quali acquisiti da Elvira, ma fra cui si trovano presenti anche santini più recenti, evidentemente conservati dalle figlie e poi dagli altri eredi, come quelli dedicati a Padre Pio da Pietrelcina. Vi si trovano inoltre santini ricordino, non appartenuti a Elvira Carducci e probabilmente neppure alle figlie. Personalmente, ritengo che, quest’ultimi, andrebbero inseriti in un raccoglitore a parte.
La raccolta di Elvira Menicucci Carducci è, in gran parte, costituita da immaginette prodotte a partire dalla metà dell’Ottocento, a eccezione forse di un canivet manufatto, raffigurante l’Ecce Homo, di area germanofona, realizzato nel XVIII secolo.
Si osservano, perlopiù, canivets meccanici, altre traforate, e alcune siderografie dei soliti Turgis, Bouasse Lebel, Letaille e Dopter di Parigi. Presenti anche qualche pezzo firmato dal praghese Hoffmann e qualcuno dei “nazareni“, oltre naturalmente a diverse siderografie e cromolitografie di fattura italiana.
In particolare si individuano incisioni dei bolognesi Salvardi, Salmi e Zecchi, qualche cromolitografia della Società Litoleogrica San Giuseppe di Modena o delle immancabili Santa Lega Eucaristica e Bertarelli di Milano. Da segnalare anche un Bambinello Vestito, di probabile produzione toscana della seconda metà del XIX secolo.
Ma scopo di questo articolo non certo è quello di individuare le singole immaginette appartenenti alla raccolta, quanto semplicemente segnalare agli amici filiconici che ci sono state anche persone illustri – Elvira Carducci non è peraltro l’unica – che hanno nutrito la nostra medesima passione. Peraltro, chi volesse consultare l’album intero, può farlo collegandosi alla PAGINA DEDICATA sul sito della Città degli Archivi.
Ringrazio la Fondazione del Monte di Bologna, nella persona del dott. Armando Antonelli e Antonietta Agresta, laureanda di Storia dell’Arte dell’Università di Pisa.
Le foto qui riportate sono relative alle immaginette presenti all’interno dell’Album di Immaginette Sacre che appartennero all’Elvira Carducci e alle figlie: Bice, Laura e Libertà.
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angela rotundo
Molto bello grazie
Mario Tasca
Molto interessante!