Dopo anni, la filiconia ha ottenuto il giusto riconoscimento… O no?

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Francobollo celebrativo dell'apparizione della adonna di Tirano
Francobollo celebrativo dell’apparizione della adonna di Tirano

Da un po’ di tempo si ha, sempre più forte, la sensazione che finalmente il settore filiconico, ovvero del collezionismo di santini e immaginette devozionali, stia ormai ottenendo il giusto riconoscimento, a livello collezionistico. Basta girare per i convegni, per rendersi conto che, questo ramo del collezionismo cartaceo, non è più considerato un hobby di seconda categoria, ma il suo posto è accanto ai più blasonati settori, come la filatelia e la numismatica.

Dopo trent’anni circa, durante i quali collezionare santini è stato considerato un hobby per anziani bigotti, ci si è evidentemente accorti che la filiconia ha una storia di tutto rispetto, con le sue tecniche, le tipologie, gli artisti, e che non ha nulla da invidiare ad altri. Anzi, semmai è il contrario.

Perciò, capita sempre più spesso che nei convegni filatelici si trovino, accanto all’esposizione di francobolli, monete e cartoline, anche i nostri cari santini, che non sfigurano per niente. A cominciare, ahimè!, dai prezzi. Escludendo la produzione più antica, i santini del Novecento, anche quelli stampati dopo gli anni Cinquanta, raggiungono quotazioni davvero molto interessanti.

Se da un lato, il fenomeno non può piacere ai collezionisti, soprattutto alle prime armi, dall’altro esso è anche il segno che questa passione si sta diffondendo sempre di più, coinvolgendo – questo è il dato più interessante – anche le nuove generazioni. E – non me ne vogliano coloro che ritengono che per collezionare immaginette si debba essere necessariamente credenti – la devozione non è sicuramente l’elemento fondamentale. D’altra parte, credo che la ricerca spasmodica di certi pezzi, con il titolo in latino, in stampatello o in corsivo, poco abbia a che vedere con la fede, mentre è espressione chiara di collezionismo tout court.

Francobolli commemorativi del VII Centenario della morte di San Tommaso d'Aquino
Francobolli commemorativi del VII Centenario della morte di San Tommaso d’Aquino

Si badi, come vado ripetendo ormai da diverso tempo, è tutto normalissimo. Non c’è alcuna differenza – se non di valore di mercato – fra un gronchi rosa e la n. 142 della Serie Isonzo, nella versione con l’aureola a forma di croce, o della fantomatica numero 290, sempre della stessa serie. In entrambi i casi, il collezionista cerca il pezzo in sé, per la sua particolarità e per l’evidente rarità, ed è disposto a sborsare una bella somma, pur di ottenerlo. Si potrebbe dire: anche questo è il bello del collezionismo!
Appunto.

Santa Caterina da Siena su due francobolli emessi da Poste Italiane
Santa Caterina da Siena su due francobolli emessi da Poste Italiane

Tornando ai contatti della filiconia con gli altri settori, devo ancora una volta ribadire che non può esserci alcun elemento di confusione, soprattutto quando parliamo di cartoline e di francobolli. Un francobollo che raffigura un’immagine religiosa, resta sempre un francobollo: inserirlo in una collezione, anche se tematica, di immaginette, non ha alcun senso. Stesso discorso vale per le cartoline. Nonostante alcune caratteristiche comuni, le due tipologie appartengono a due rami diversi, seppur facenti parte della grande famiglia del collezionismo cartaceo. Ciò detto, condividiamo con i suddetti settori molte cose, soprattutto in tema di conservazione e di classificazione.

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