Le raffigurazioni in senso antropomorfico della morte iniziano a diffondersi nel XVI secolo. La Nera Signora appare come uno scheletro avvolto da un lugubre mantello, si muove e gesticola come una qualunque persona vivente e parla con la sua vittima del momento.
I pochi collezionisti filiconici di memento mori sanno molto bene che si tratta di una tipologia di immaginette molto particolare e difficilmente reperibile. Sono esclusi le immaginette funebri e i luttini ovviamente.
Ciò che mi ha sempre appassionato di questa tipologia è il messaggio diretto che tali raffigurazioni esprimono. Già vedere rappresentata la Morte è una specie di shock, e nonostante noi oggi abbiamo elaborato un bagaglio di idee, per cui non crediamo all’Inferno di dantesca memoria, né alla Signora che viene a bussare al nostro portone avvisandoci che il nostro tempo è scaduto, continuiamo ad avere un atteggiamento di timore. Probabilmente perché sappiamo benissimo che – esista o meno l’Inferno – prima o poi toccherà anche a noi lasciare questa vita.
Eppure vi sono persone che sembrano indifferenti al tema, come se fossero convinti che a loro la cosa non riguardi. Ci riflettevo alcuni giorni fa, leggendo un articolo su un giornale che riportava un elenco di cardinali e vescovi, che vivono nell’opulenza, sono proprietari di beni mobili e immobili di grande valore e abitano in case principesche. Commentando la notizia con qualcuno, mi sono sentito rispondere che il tal cardinale è ricco di famiglia. Osservavo allora, in maniera scontata, che evidentemente quei cardinali e i vescovi dell’elenco provengono, tutti, da famiglie ricche.
Mi sono chiesto: che rapporto avranno con la morte questi signori? Credono davvero – come Madre Chiesa ha insegnato e come sono soliti insegnare dai loro pulpiti – che le ricchezze terrene rendono difficile, se non impossibile, l’ingresso nel regno di Dio? Cosa pensano quando leggono il celebre passo di Matteo (Mt 19,24): «È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio»?
Poi mi è venuta in mente una bellissima incisione (potete osservarla qui sopra) della mia collezione di memento mori, realizzata nel 1658 dall’artista olandese Adriaen Van de Venne (1589-1662). In essa si vede raffigurata la Morte che viene a prendersi un cardinale. Con il dito scheletrico gli indica l’orologio, facendogli capire che la sua ora è ormai giunta. Il cardinale, vestito del suo abito prezioso, è seduto su una poltrona e tiene il piede sinistro penzolante su una fossa già scavata. Ma succede qualcosa di inaspettato per la Nera Signora: il cardinale soffia direttamente sul viso della Morte, mentre dal suo petto si irradia una luce verso un grande libro, probabilmente una Bibbia.
Secondo un’antica credenza esisteva un segreto per tenere lontana la morte. In una incisione facente parte della Raccolta di Stampe Bertarelli si vede una scena simile a questa: un tizio sul letto soffia in faccia alla morte che è venuta a prenderlo. Il titolo dell’incisione è Secreto Sicurissimo per non mai morire e la didascalia lo rivela: Quando la Morte verrà per pigliarti, subito le soffierai in faccia. Ma averti bene non mai ti fermare, per che se ti fermi subito sei morto.
Vuoi vedere che tutti quei cardinali sono a conoscenza del segreto?
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Francesco
La livella…
E quell’arnese che usNo i muratori…
Ma è anche il modo più semplice x dire che tutti faremo il passaggio metamorfico…
E tutti allo stesso modo … MORENDO.
Agostino de Santi Abati
http://www.erbasacra.com/aree_tematiche/d_esoteriche/eso/tradizione_ermetica.html
“Corpus Hermeticum”:<>.