Il 2 settembre 1792, un gruppo di cattolici – vi erano 3 vescovi, 127 sacerdoti, 56 religiosi e 5 laici, per un totale di 191 persone (ma secondo altre stime furono 220) – furono condannati a morte e ghigliottinati per ordine dei capi della Rivoluzione Francese. L’esecuzione avvenne a Parigi e la tradizione popolare vuole che il massacro sia stato eseguito in parte nei pressi di un convento di Carmelitani, ai piedi di una statua della Madonna, presso l’abbazia di Saint-Germain; alcuni furono uccisi presso il seminario di Saint-Firmin, mentre gli altri persero la vita presso il carcere della Force.
Tutti furono condannati per essersi, reiteratamente, rifiutati di prestare giuramento alla Costituzione civile del clero.
Approvata il 12 luglio 1790 dall’Assemblea Costituente, essa stabiliva – fra l’altro – la fine dei privilegi feudali e della Chiesa, la nazionalizzazione dei beni ecclesiastici, la proibizione dei voti religiosi e la soppressione degli Ordini. Intervenne anche il Papa, Pio VI, che il 10 marzo 1791 condannò espressamente la Costituzione civile del clero con il breve Quot Aliquantum.
Secondo la tradizione tutti morirono a causa della loro fede al dogma dell’unità della
Chiesa di Roma, che invece i rivoluzionari volevano distruggere. Per questo motivo, furono considerati martiri e fu avviato per loro un processo di beatificazione che si concluse con la proclamazione da parte di Pio XI il 17 ottobre 1926.
L’immaginetta cromolitografica che potete osservare in alto a sinistra, fu pubblicata negli anni 90 dell’Ottocento dalla Società Saint-Augustin, con sedi a Parigi, a Lille e a Bruges.
Come possiamo vedere, raffigura il gruppo dei condannati in preghiera dinanzi alla statua della Vergine del Carmelo, mentre più lontano si scorgono i sanculotti armati che si dirigono verso i malcapitati. La didascalia li specifica come Martyrs des Carmes (2 septembre 1792), ovvero Martiri Carmelitani del 2 settembre 1792.
Fra le vittime dei rivoluzionari vi fu anche un altro personaggio, rimasto per molto tempo nel cuore di tanti cattolici francesi. Si tratta della nobildonna Elisabetta di Borbone, meglio conosciuta come Elisabetta di Francia. Era sorella di Luigi XVI, il re che venne ghigliottinato il 21 gennaio 1793, e dopo di lui anche la consorte, Maria Antonietta, giustiziata il 16 ottobre.
Elisabetta era stata arrestata e imprigionata con gli altri membri della famiglia reale e seppe della morte della regina soltanto a esecuzione avvenuta. Il 9 maggio 1794 toccò a lei: il Tribunale rivoluzionario la accusò di molti gravi reati, fra cui quello di aver sostenuto la resistenza contro la Rivoluzione.
Anche per Elisabetta fu avviato il processo di beatificazione, e questo santino fu distribuito nel 1935 con la preghiera per domandare a Dio di ottenere miracoli attraverso l’intercessione di Madame Elisabeth de France. Ad oggi, il processo è ancora in corso.
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angela rotundo
A me fa sempre piacere che mi venga rinfrescata la memoria con la storia, a volte racchiudiamo il nostro sapere nei cassetti, ma basta che il nostro caro amico Biagio ce li ricordi che riaffiorano subito alla mente. i due santini sono bellissimi