Dopo quello seriale è la forma di collezionismo che più appassiona i filiconici italiani (per quelli dei paesi stranieri non ho informazioni sufficienti da azzardare una statistica).
Il collezionismo dei “santini locali” si basa appunto sulla raccolta di santini e immaginette devozionali stampati su commissione di santuari, parrocchie e comitati festeggiamenti relativi agli innumerevoli luoghi di culto presenti nel nostro Paese.
Dal Nord al Sud Italia esistono, com’è noto, migliaia di Santi Patroni, Protettori, Compatroni, Protettori secondari, Santuari dedicati a santi e alla Vergine nei suoi tantissimi e spesso curiosi titoli; o più semplicemente statue di santi venerate in grandi e piccole chiesette disseminate nelle nostre regioni.
Generalmente chi decide di collezionare santi/santini locali lo fa per ragioni affettive legate al luogo di appartenenza: un piemontese raccoglie santini relativi ai culti dedicati nella sua regione, così come un siciliano lo fa con quelli della propria. E non credo sia semplice campanilismo. Molto spesso il motivo risiede nel bisogno di scoprire le proprie origini.
Come sappiamo, infatti, le origini storiche dei nostri centri, grandi o piccoli che siano, passano attraverso due simboli fondamentali: il castello e il campanile.
Trattando più specificamente di collezionismo, vediamo come si organizza una raccolta di santini locali.
Il criterio più semplice è quello di suddividere i raccoglitori per Regioni, Province e Comuni, inserendo i soggetti in base alla loro appartenenza geografica.
San Biagio Vescovo e Martire (foto in alto a sinistra), Patrono di Maratea, in Basilicata, provincia di Potenza, per esempio, lo inseriremo nei santini della Basilicata, mentre questo santino in monocromo seppia raffigurante la Madonna di Pompei (immagine a destra), venerata a Messina, nella Chiesa Parrocchiale dei Padri Cappuccini, lo inseriremo in quelli siciliani della bellissima città dello Stretto.
Le indicazioni suddette, a prima vista, potrebbero apparire banali, ma non lo sono affatto. Vediamo perché.
Nei cosiddetti santini locali, elemento fondamentale, quasi più della figura stessa del soggetto, è l’indicazione del luogo dove esso è oggetto di culto.
Accade per esempio che nel corso di festeggiamenti di un santo, i sacerdoti distribuiscano santini raffiguranti genericamente il soggetto. Ebbene, non è indifferente, per fare un altro esempio – almeno dal punto di vista collezionistico – classificare un’immagine qualsiasi per la Immacolata, venerata nell’Arciconfraternita di Vignale, a San Cipriano Picentino, in provincia di Salerno (vedi foto).
È essenziale pertanto che il santino riproduca proprio l’immagine del santo – diciamo pure della statua – che si venera in quel determinato luogo.
Alcune immagini hanno un valore storico-iconografico di inestimabile valore. Osservate, per esempio, questa immagine Della Natività di M. Vergine.
La didascalia ci dà delle preziosissime informazioni su essa:
Che in Belvedere si adora sotto il titolo delle Fontanelle nel Santuario
campestre del Signor Cav. Giuseppe Mistorni, che ne celebra divotamente la Festa
agli 8 Settembre.
L’immagine devozionale fu stampata dal litografo napoletano Francesco Apicella, nell’ultimo decennio del XIX secolo. Pensate alla particolarità del titolo stampato che riferisce di una “Natività di Maria Vergine”, mentre il titolo con il quale è conosciuta e festeggiata dai devoti è quello di Madonna delle Fontanelle (dal nome della contrada dove tuttora si trova la chiesetta). Inoltre, come si legge, si tratta di un culto relativo a una chiesetta, o cappella, privata, come ne esistono tante nel nostro Paese, che continuano a vivere esclusivamente grazie al culto tributato dai devoti.
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Guzzardi Demetrio
Vorrei aggiungere solo due cose: la prima oltre alla Regione o alla Provincia…. credo che un buon collezionista possa classificare i santini anche per DIOCESI di appartenenza…, ci sono tante particolarità da diocesi a diocesi…, che si possono cogliere anche attraverso i santini… poi mi preme aggiungere il vero motivo perché nacque il “santino locale”… e qui entra in gioco anche l’antropologia…
Dal 1875 in poi milioni di persone – tantissimi i calabresi – partirono per le Americhe; era loro desiderio avere con sé le immagini sacre del proprio paese; nacquero in quel momento i santini locali, stampati ad un solo colore. In quel tempo, oltre Oceano, i nostri nonni pregavano in bianco e nero.
angela rotundo
Sarebbe bello poter avere le immaginette di tutte le Regioni ma credo che sia impossibile . L’articolo molto bello grazie.