Come ben sanno i filiconici più informati, una delle caratteristiche che distingue un santino, propriamente detto, da un’immaginetta devozionale è la “portabilità“.
Per questo motivo, le dimensioni del “santino” infatti non superano i cm. 7 x 11 circa. Lo scopo è quello di avere un contatto diretto e continuo con il santo protettore, un vero e proprio rapporto fisico.
Le piccole dimensioni permettono di portare con sé l’immaginetta, nella tasca interna della giacca o nel portafoglio.
Ciò alimenta la sicurezza nel devoto: il santo è con lui non soltanto idealmente, ma lo è realmente, lo può toccare e baciare.
Accanto ai santini di formato standard le case editrici produssero anche immaginette di formato mini, tecnicamente definite mignonettes, le cui misure si riducevano ulteriormente, intorno ai 3-4 x 5-6 cm circa.
Negli anni Trenta del secolo scorso, la casa editrice EB (Enrico Beretta) di Milano, oltre alle celebri mignonettes seppiate, stampò anche delle serie in fototipia, che raffiguravano immaginette multiple, come la Serie Fotosei.
Si tratta di santini di formato standard (cm 6 x 10,4) costituiti da un gruppo di sei immaginette (ognuna misura cm 3 x 3,4). Il devoto poteva naturalmente ritagliarle per utilizzarle a suo piacimento (nei collages per esempio o da inserire in un ciondolo portafoto).
Interessante, sotto l’aspetto collezionistico, è un santino “seppiato” a immagine multipla, edito sempre da Beretta, con soggetti differenti (ben dieci soggetti diversi). Il santino misura cm 7 x 11 circa, mentre ogni singola immaginetta misura cm 2,2 x 3,7 circa.
Non sono da considerare appartenenti alla categoria invece i cosiddetti santini eduli
Se avete trovato il post di vostro interesse potete esprimere la vostra opinione postando un commento o semplicemente condividendolo su uno dei vostri profili social cliccando su una delle icone poste all’inizio dell’articolo.
Copyright (©) Tutti i diritti riservati
angela
interessante grazie