Come alcuni di voi sanno, l’altro giorno (3 marzo 2016) sono stato ospite di “Siamo Noi”, programma pomeridiano di TV2000, la nota emittente cattolica. La trasmissione è un interessante contenitore giornaliero, in cui si parla di varia umanità, ed è condotta dai bravissimi Gabriella Facondo e Massimiliano Niccoli.
Giovedì scorso, dunque, si è parlato di collezionismo, ma soprattutto di collezionisti. In studio, fra gli altri, Fabrizio Patti, giornalista de Linkiesta.it , autore di un interessante articolo sul fenomeno del collezionismo in generale.
Il sottoscritto è stato invitato invece come rappresentante dei collezionisti filiconici. Sono emersi dei dati molto interessanti che voglio qui sottolineare a tutti voi. Il primo dato che ci interessa da vicino è che la gente comune non conosce cosa sia la filiconia. Cosa che non ci meraviglia per niente, siamo ben consapevoli che il termine è un neologismo nato da pochissimo tempo per indicare il settore collezionistico che ci riguarda.
Un altro elemento che si è evidenziato è il fatto che tutti sanno dell’esistenza delle immaginette religiose, ma la maggior parte le identifica esclusivamente con i santini di più recente produzione. Ma anche questo lo sapevamo, dunque nulla di nuovo sotto il sole.
Quello che invece lascia un po’ di amaro in bocca è il dover constatare che noi collezionisti di immaginette siamo ancora annoverati nel gran calderone dei tanti che popolano il mondo degli hobby. Insomma, nulla a che vedere con la numismatica o la filatelia, per esempio, considerate giustamente roba da grandi! Secoli di storia della produzione filiconica, rappresentata da tecniche di alto livello e da stuoli di artisti, oltreché da opere di tutto rispetto, per la gente comune passano in secondo piano, prevalendo l’aspetto ludico del ce-l’ho-mi-manca e del tu-quanti-ce-n’hai.
Ecco, mi viene da rifettere in proposito: a un numismatico o a un filatelico nessuno chiede mai “quanti ne hai?”. Semmai la domanda può essere: cosa collezioni? E la risposta potrà essere: monete (o francobolli) della Repubblica o del Regno d’Italia, delle Colonie, del Fascismo; romane o greche (riferito alle monete naturalmente), etc. Ma a noi…
I conduttori del programma hanno fatto le domande, interpretando quello che la gente pensa e chiederebbe; e credo che proprio noi collezionisti filiconici siamo fra i principali colpevoli di questa percezione che gli altri hanno su di noi.
Diciamo la verità: di persone che fanno la corsa all’accumulo, per poi vantarsi delle incredibili quantità ottenute, ve ne sono molti nel nostro settore. Quanti di voi si sono sentiti fare la solita domanda (“quanti ne hai tu?”) da altri collezionisti o presunti tali? A me capita regolarmente. Ebbene, finché considereremo i nostri santini dei numeri da aggiungere, per superare il record precedente, per gli altri saremo sempre e soltanto degli hobbisti qualunque.
Per chi vuole rivedere
Se avete trovato il post di vostro interesse potete esprimere la vostra opinione postando un commento o semplicemente cliccando su MiPiace posto all’inizio dell’articolo.
Copyright (©) Tutti i diritti riservati
demetrio guzzardi
bello…
Enzo
Molto interessante
piero
appena visto, complimenti Biagio
Gianluca
La differenza tra l’accumulatore seriale (come hai detto tu) e lo studioso collezionista sta proprio in questo. Non mi e ci interessa quanti santini abbiamo ma ci interessa cosa ci può insegnare, studiandolo nell’iconografia, l’uso dei colori, e soprattutto le didascalie, ogni singolo pezzo.
salvatore
i miei complimenti ed un grazie all’amico Gamba per le chiare posizioni di noi filiconici. Che non va dimenticato che anche il santino ha la sua storia anche grafica e di ricorrenza religiosa. Collezione che non conta quante ne hai ma quale hai oppure quale tematica collezioni.
angela rotundo
Molto bello , anche a me fanno le stesse domande, quanto ne hai , ma non sei troppo grande per raccogliere (alcuni mi dicono figurine) santini, io non rispondo, non ne vale la pena, sono persone che non possono capire, ho anche una collezione di francobolli messa li ma non mi trasmettono quello che provo con i miei santini
Giancarlo De Leo
Un “faro” per noi filiconici!!!
Daniela
Sono felice di condividere con altre persone le mie stesse passioni.
Ho notato che molti di noi, si sentono dire le stesse cose, ad esempio, collezioni figurine… anziché Santini…
questo è un classico…
Oppure che questo genere di collezione, sia legata a persone anziane, suore e Sacerdoti anziani, insomma oserei dire a persone un po “antiche”, quasi di altri tempi.
Ma non è così, io non sono una persona anziana e conosco altri collezionisti giovani.
A volte mi è capitato di portar dietro con me, un piccolo raccoglitore di Santini, e di averlo mostrato, anche in locali pubblici che frequento, tipo bar, dalle stesse persone che usano il termine “figurine”, o che credono sia cose da “veci”, come dicono qui in romagna,
di notare in loro sentimenti di meraviglia e di stupore, dinnanzi a tanta bellezza iconografica,
molto probabilmente perchè l’idea è legata ai Santini di oggi, stampati, che non trasmettono quasi nulla!!
Non c’è una persona che si tiri indietro nel sfogliare il raccoglitore, e tutti dicono ma che belli che sono…
Anche persone che magari verso le cose religiose nutrono una certa antipatia o allergia.
Per quanto riguarda il collezionismo seriale, ad esempio, io colleziono la EB seppia, è normale, che ci si lascia prendere dal desiderio, di voler completare la serie, quanto più possibile,
però il desiderio di collezionarla, nasce da un amore profondo che scaturisce verso l’immagine iconografica di questa serie;
di per se il color seppia già crea nell’immagine, un aspetto romantico oserei dire nostalgico, poi se si osserva bene un Santino di questa serie, con una lente, si possono notare dei particolari, indescrivibili, anche nello sfondo… tutto è rappresentato in maniera molto dettagliata, così anche le figure dei personaggi, gli Angioletti, Gesù Bambino, sono di una bellezza e di una raffinatezza unica. Le scritte in latino che hanno un loro significato, profondo, spiega ulteriormente l’immagine, non solo da un punto di vista iconografico.
Colleziono altri Santini che non appartengono a una serie specifica, ma riguardano tematiche religiose, cui sono molto legata spiritualmente…
La Vergine Addolorata e la Passione di Nostro Signore, ecc.
Conosco delle persone che collezionano tutto, per loro è importante dire: “ho 600 Santini sulla Vergine Maria”, per loro basta trovare un’immagine assente alla loro collezione, che la inseriscono subito nel raccoglitore…
Per me non è così, non mi interessa avere tot di numero di Santini, quasi volessi intendere: “la mia collezione è più bella o ha più valore, perchè ho più Santini…”
Personalmente preferisco, avere 20 Santini sull’Addolorata, più che 200. Quante immagini mi sono ritrovata tra le mani, che nel guardarle ho detto: “che brutta immagine” oppure “non mi piace”.
Diciamo la verità, alcuni Santini sono brutti da vedere, Gesù Bambino che sembra avere dei pestoni sotto gli occhi; la Vergine Maria che ha un effetto chiaroscurale in viso, da sembrare che abbia la barba. Il Volto Santo di Gesù sul velo, che è tutto scuro a volte con gli occhi rossi, che sembra di vedere più un demone, che Nostro Signore…
Voglio dire, che a me non interessa collezionarli tutti, tanto per far quantità di numero…
Colleziono, solo quelli che mi trasmettono particolari emozioni, che a volte mi avvicino anche a versare una lacrimuccia…
Quando vedo una Vergine Addolorata, che abbraccia, il suo Gesù, appena deposto dalla Croce, ecco che in Lei, percepisco tutto il dolore di una Madre che perde il suo Figlio…
Sono queste immagini che io conservo e custodisco gelosamente e ne vado fiera…
Un caro saluto a tutti i collezionisti,
Daniela.
Patrizia
Complimenti dott. Gamba. Ho visto la trasmissione ieri e le faccio di nuovo i complimenti per la chiarezza e la semplicità nello spiegare il tema della nostra collezione.
Patrizia.
Mariolina USA
Condivido il parere di Patrizia a proposition della trasmissione. Meritavi piu’ tempo.
(salve, Patrizia)