Molti appassionati sono soliti definirsi collezionisti, ma in realtà non lo sono. Raccogliere immaginette non vuol dire necessariamente collezionarle. Se è vero che la collezione è una raccolta, non è invece vero il contrario.
La raccolta implica un’attività di semplice accumulo di pezzi, senza alcun criterio specifico. Altro è la collezione. Essa è sì raccolta, ma sistematica, ordinata e soprattutto limitata, soggetta a specifici criteri di catalogazione e classificazione. Una vera collezione è quella che ha un inizio e una fine. Ecco perché possiamo dire che la collezione perfetta è quella seriale, composta da un numero ben determinato di immagini, dalla n. 1 alla n. x.
Si obietterà facilmente che, nell’ambito del collezionismo delle immaginette religiose, le serie rappresentano una parte della produzione totale. Il che è verissimo. Tuttavia è altrettanto vero che è impossibile pensare di collezionare tutto. Solo chi non ha idea della ricchissima, oserei dire infinita, produzione, può pretendere di fare una collezione generale, raccogliendone di ogni tipo, periodo e paese. A questo servono i criteri di classificazione, che ci consentono di dare ordine e sistemazione anche a oggetti dalla produzione sterminata come i nostri.
Accanto al criterio seriale, ve ne sono altri che ci permettono di ordinare e limitare la nostra collezione. Uno di essi è quello tematico. Si può puntare cioè a una collezione relativa a uno specifico soggetto (es. San Francesco d’Assisi, Madonna di Lourdes, il simbolo della Croce o del Cuore). Oppure, si può utilizzare il criterio per incisore o editore (es. Callot, Galle, Wierix, Klauber), per tecnica di produzione (es. incisioni a bulino, all’acquaforte, litografie, cromolitografie), per materiale di supporto (es. carta, pergamena, celluloide, collage), per provenienza geografica (es. produzione fiamminga, praghese, italiana). Il tutto, tenendo sempre ben presente che più il criterio è specifico meglio è. Per esempio, è meglio collezionare le incisioni del fiammingo Jacobus De Man, piuttosto che quelle di tutta la produzione fiamminga; è preferibile collezionare le incisioni dei Fratelli Klauber, piuttosto che quelle relative agli editori asburgici in generale.
Come si inizia a collezionare?
Come si comincia? Come sempre da quello che già si possiede. Quindi si sceglie uno o più criteri e si inizia a creare la, o le collezioni. Quando dico infatti che la vera collezione è quella ordinata e limitata, non mi riferisco al fatto che il collezionista debba scegliere di collezionare una sola tipologia. Ciascuno potrà curare la collezione dei Klauber, quella relativa alle immaginette raffiguranti San Giovanni Battista, quella costituita dai canivets manufatti ovvero quella dei canivets meccanici. Ma inserire tutto ciò che ci capita in uno scatolone non ha alcun senso.
La conservazione
Il collezionista non solo classifica, ma conserva attentamente i suoi pezzi. Dove e come? Di raccoglitori sul mercato se ne trovano di ogni tipo, da quelli ad anelli con le tasche mobili in plastica utilizzati dai filatelici a quelli più specifici. La scelta non è indifferente e va ponderata attentamente.
Innanzitutto, il raccoglitore va scelto in base alla tipologia delle immaginette, poi si può anche pensare all’estetica e alla funzionalità. Per intenderci: miniature, canivets, incisioni con o senza coloritura a mano, sono molto delicate e pertanto è sconsigliatissimo conservarle nelle tasche di plastica, dove il calore unito agli agenti chimici, con l’effetto sottovuoto ne rovinerebbe irrimediabilmente tratti e colori. Il raccoglitore ideale è formato interamente di carta, senza additivi chimici (es. colle, coloranti). Personalmente consiglio i raccoglitori utilizzati dai filatelici, quelli con i listelli in pergamino: carta su carta.
Nessun problema invece per le stampe moderne in offset o fotomeccanica.
I raccoglitori devono poi essere conservati in un luogo asciutto, lontano da luce e calore e senza polvere. Ogni tanto il collezionista avrà il compito, melius il piacere, di aprirli e sfogliarli, in maniera tale da far prendere aria.
C’è poi un altro nemico da cui proteggere le nostre immaginette, ancora più pericoloso di figli e nipoti piccolini. Il suo nome scientifico è lepisma saccarina, ma più comunemente conosciuto come pesciolino d’argento. Si tratta di un insetto, colore argento appunto, che alberga nelle case e si nutre ahimè di carta, in particolare quella moderna, ma in mancanza può “addentare” anche carta antica e pergamena.
Come difendersi?
Evitando che si avvicini alla nostra collezione. Purtroppo per noi collezionisti non è consigliabile usare sostanze chimiche perché ucciderebbero gli insetti, ma anche le immaginette. Bisogna quindi servirsi di sistemi naturali, i classici “consigli della nonna”. Un sistema efficace sembra essere quello di cospargere sullo scaffale dove si trova il raccoglitore del tabacco, oppure spezzettarvi foglie di alloro.
Definizioni
Cenni storici
Soggetti e attributi
Come si legge un’immaginetta
La datazione delle immaginette
La preghiera
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