Devoti o meno, atei, credenti, o presunti tali, chissà quante volte nella vita vi è capitato di invocarla. Mi riferisco a Santa Pazienza (con la “P” maiuscola ovviamente).
Le notizie su di lei sono molto scarse, anzi diciamo pure che non sappiamo praticamente nulla, tanto che viene da pensare che sulla sua presunta esistenza ci abbia messo il suo zampino qualche furbo Padre della Chiesa. In pratica: vista la frequenza con cui essa (la pazienza, con la “p” minuscola) viene invocata, perché non farne una santa?
Secondo notizie assolutamente leggendarie, prive di qualsiasi fondamento storico, Santa Pazienza sarebbe stata la madre di un altro santo, lui sì molto conosciuto: San Lorenzo martire.
Sappiamo anche il nome del marito, padre del santo diacono e ovviamente santo anche lui, ovvero Santo Orenzio. Il Martirologio della Chiesa li ricorda entrambi il 1° maggio.
E qui finiscono le notizie biografiche, pardon agiografiche su questa misteriosa, quanto sconosciuta santa, il cui nome non troverete indicato nella maggior parte dei calendari, che al 1 maggio – festa laica dei lavoratori – riportano San Giuseppe Lavoratore, Sposo della Vergine Maria e Padre putativo di Gesù.
Detto questo, grazie a una bellissima incisione su acciaio firmata Francesco Scafa, di Napoli, possiamo anche vedere la rappresentazione di Santa Pazienza. Scopriamo così che, a un certo punto della sua “vita” si fece monaca – così almeno sembrerebbe dall’abito che indossa – e che fu martirizzata, come dimostra la palma che regge con la mano sinistra. Non conosciamo né i motivi per cui avesse preso i voti, né quelli del suo martirio.
Dimenticavo: secondo una tradizione non accreditata, Santa Pazienza sarebbe invocata, insieme con il marito Sant’Orenzio, per favorire la pioggia.
Chissà se il cardinale Delpini lo scorso giugno l’ha ricordata nelle sue preghiere per far piovere a Milano.
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