Chi non conosce la storia della produzione delle immaginette religiose rimane scettico quando si trova di fronte a miniature, intagli, incisioni risalenti a secoli fa. Rimane ancora più stupito, quando apprende che anche grandi artisti del passato hanno realizzato immaginette devozionali: incisori come i Wierix, il cui nome è spesso affiancato a giganti dell’arte come Dürer; oppure i Galle (si pensi fra tutti a Cornelius Galle, il Vecchio, che ha eseguito incisioni da soggetti di mostri sacri dell’arte, da Rubens a Van Dyck. Certo, l’idea generale che la gente ha delle immaginette, è quella dei santini popolari di recente produzione, quelle prodotte a partire dagli anni 30 a oggi, per intenderci; in una parola: Egim o AR. Ci tocca spiegare, ogni volta, che la produzione delle immaginette religiose (immaginette devozionali e santini) è vastissima, ha oltre cinque secoli di storia, e che i santini stile Egim sono soltanto una tipologia fra le innumerevoli prodotte.
Un grande artista del passato, un genio dell’incisione, che rende onore all’iconografia religiosa di piccolo formato è Jacques Callot (Nancy, 1592-1635). Per la biografia dell’artista potete fare una ricerca sul web, scoprirete quanto si può essere davvero “grandi” a soli 16 anni. A 28 anni, realizzò uno dei grandi capolavori dell’arte incisoria, La fiera dell’Impruneta: un’acquaforte di 436 x 678 mm in cui sono raffigurati oltre mille personaggi. Ma in questa sede voglio trattare di un’altra importantissima opera dell’incisore francese: la serie de Le immaginette di tutti i Santi e le Sante dell’anno secondo il Martirologio romano. L’opera – stampata dall’amico ed editore Henriet Israel a un anno dalla morte di Callot -, fu dedicata a Monsignore l’eminentissimo Cardinale Richelieu. La serie si compone di 493 incisioni, ognuna raffigurante un santo del calendario romano. Ricercate anche dai contemporanei, i fogli rilegati, sui quali si trovavano stampate le incisioni (quattro per foglio), furono smembrati da subito e i pezzi venduti singolarmente. I “santi del Callot” sono fra quelli più riprodotti ed è molto difficile riuscire a reperire gli originali: molti di quelli che si trovano in circolazione sul mercato sono falsi o comunque stampati su carta posticcia.
La quotazione di un pezzo originale si aggira intorno ai 300 Euro, ma è possibile ottenere prezzi di gran lunga inferiori in caso di acquisto in quantità. Inutile dire che le incisioni offerte a 10-40 Euro, sono generalmente false o comunque delle riproduzioni postume. Ovviamente, potete sempre verificare che si tratti di quelle autentiche, esaminando bene carta, incisione e filigrana. Soprattutto quest’ultima è garanzia che abbiamo per le mani un pezzo autentico: essa è costituita dall’uccellino inscritto in un cerchio (in una metà del foglio), ma anche dalla lettera “G” con il quadrifoglio e altre scritte ancora non bene identificate.
La serie fu stampata in tre diverse edizioni: la terza è quella più diffusa.
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Gian Piero Pacini
Davvero molto interessante e utile a capire a quale livello sei riuscito a portare le ricerche ed i tuoi approfondimenti su un tema piuttosto trascurato dagli specialisti d’arte, di antiquariato e storici delle raffigurazioni. Credo però che la specificità della materia avrebbe potuto (dovuto?) indurre le varie strutture dirette e collaterali della chiesa ad approfondire un tema riconosciuto da un profano come me davvero interessantissimo