La definizione di “stile sulpiciano” o “stile sansulpiciano” si deve allo scrittore e poeta francese Léon Bloy.
Fervente cattolico integralista, dopo un passato da anticlericale, con tale espressione, coniata verso la fine del XIX secolo, Bloy alludeva non tanto alla chiesa di Saint-Sulpice in senso stretto, quanto a tutti quei prodotti di carattere religioso – statuine, rosari, acquasantiere, immaginette etc. – che si potevano comprare presso i tanti venditori del genere, concentrati appunto nel quartiere di Saint-Sulpice a Parigi.
Ma quali erano gli elementi caratteristici di questo stile?
Si potrebbe parlare di uno “stile di massa“, se possiamo usare questa espressione, per indicare una produzione dozzinale, senza particolare inventiva. Immagini “sdolcinate” il cui scopo era esclusivamente quello di attirare l’attenzione del devoto-acquirente.
In pratica, né più e né meno di quanto non si veda oggi sulle bancarelle di certi venditori concentrati nei dintorni di alcuni famosi santuari.
Nell’ambito filiconico abbiamo modo di conoscere diverse tipologie che rispondono a questi caratteri, praticamente tutta la produzione francese dell’Ottocento, con particolare riferimento a quella parigina, poi esportata anche in altri paesi europei, Italia compresa.
Certamente molti di voi – soprattutto gli appassionati del genere – avranno un’opinione diversa, sicuramente meno “dispregiativa”. Chi vuole, può esprimere come al solito il suo parere postando il suo utile commento.
Le immaginette che state osservando appartengono al suddetto stile. Si tratta di cromolitografie su carta goffrata, le cui figure hanno i vestiti in raso applicato a pressa.
Per avere meglio l’idea, vi consiglio di cliccare sulle foto per ingrandire le immagini.
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angela
molto interessante grazie